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At&t-Time Warner, Trump e la Cnn. Che cosa sta succedendo

La definiscono “The Media merger of the decade“, la fusione all’interno di AT&T di un altro colosso del settore media americano, Time Warner: valore dell’affare, 84,5 miliardi dollari. Tutto sembrava filare liscio nel deal del decennio per il settore mediatico, fino a pochi giorni fa: poi, prima il Wall Street Journal ha pubblicato rivelazioni a proposito di un’opposizione del dipartimento di Giustizia, poi mercoledì il Financial Times ha scritto che i funzionari del Dipartimento avrebbero messo un vincolo alla AT&T: garantire la vendita di CNN per ottenere il via libero sull’accordo.

PERCHÉ È IMPORTANTE

La notizia è il titolo di apertura dell’edizione di oggi, giovedì 9 novembre, del FT, una notizia bomb-shell come la chiamano gli americani, perché questo significa che l’amministrazione Trump potrebbe aver chiesto a due compagnie private in procinto di chiudere un accordo di vendere un network che il presidente Donald Trump addita continuamente come produttore di “fake news”, perché reo di pubblicare articoli scomodi per la Casa Bianca.

IL CAMBIO DI LINEA SOSPETTO

Finora chi ci ha messo la faccia sull’opposizione formale all’affare è il capo dell’anti-trust del DOJ, Makan Delrahim. Lo scorso anno, quando ancora era soltanto professore di legge esperto di questioni di libera concorrenza tra macro-aziende alla Pepperdine University in California, Delrahim disse di “non vedere la fusione come un problema di anti-trust per AT&T”: e allora cosa ha fatto cambiare la sua opinione? C’entra la nomina voluta da Trump nell’ufficio della Giustizia? “Forse ha avuto un legittimo cambiamento di cuore per quanto riguarda l’accordo, dal momento che ha controllato l’affare più da vicino e dal punto di vista del Dipartimento di Giustizia. Ma il suo nuovo capo (ossia Trump, ndr) gli ha lasciato con alcune apparizioni inquietanti” ha scritto il columnist Jim Rutenberg sul New York Times (il suo spazio di commento si chiama Mediator e si occupa di seguire il “media landscape“).

I NON-STARTER

Nel fine settimana Delrahim si è incontrato con il Ceo di AT&T, Randall Stephenson, e gli avrebbe messo sul piatto una serie di opzioni: vendere CNN o addirittura tutta la Turner Broadcasting, proprietaria del network e di TNT e altre reti, oppure di vendere Direct TV, canale satellitare comprato due anni fa da Stepehenson e ormai inglobato all’interno del sistema della AT&T. “Sono opzioni non-starter” ha spiegato una fonte al giornalista Brian Stelter, che per la CNN si occupa di analizzare il mondo dei media: “Una foglia di fico” per punire la CNN e seguire la linea contro iniziata da Trump mesi fa. Tra l’altro, una posizione che male si abbina con le visioni classiche business-friendly dei repubblicani.

CARTE MESCOLATE

Ieri, dal dipartimento di Giustizia, una volta pubblicata la notizia dal FT, una fonte ha detto ai reporter che erano addirittura stati i rappresentati delle due società ad “offrire” la vendita di CNN, ma che la Antitrust Division aveva respinto l’offerta. Stephenson ha diffuso uno statement per spiegare che questo non era mai successo, e che non era nelle sue intenzioni. Risultato: alla chiusura dei mercati, ieri, Time Warner era sotto del 6,5 per cento (più o meno il livello di un anno fa, quando fu comunicato il merge con AT&T).

LA CASA BIANCA SI TIRA FUORI

La questione è piuttosto complessa: il dipartimento di Giustizia nega ufficialmente ogni genere di interferenza impropria; la Casa Bianca ha fatto sapere tramite il vice portavoce che “nessuno”, nemmeno il presidente, ha mai parlato col segretario alla Giustizia di questo argomento; in trincea sono saliti anche gli oppositori democratici al deal, pur sottolineando che potrebbe esserci un pericoloso abuso di potere del presidente; ma la domanda della domande, resta: Trump sta usando il DOJ per combattere la CNN? Intanto Stephenson ha preparato gli avvocati: è indubbio che il peso delle decine di tweet offensivi che Trump ha sparato contro il network ogni volta che dava una copertura poco gradita sull’amministrazione, pesano sulla percezione della situazione.

(Foto: Youtube, il momento in cui Trump ha risposto al reporter della CNN: “You’re fake news!”)

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