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Tutti i contatti tra Steve Bannon e Israele nelle presidenziali del 2016

Steve Bannon

Steve Bannon, già chief strategist di Donald Trump nei primi mesi alla Casa Bianca, sarebbe stato ospite di Ron Dermer, ambasciatore d’Israele negli Stati Uniti, in una cena tenuta a Washington alla fine del 2016 per avvicinare l’influente consigliere alle istanze israeliane in materia di sicurezza internazionale e politica estera.

La notizia è stata diffusa poche ore fa attraverso un tweet di Mort Klein, presidente della Zionist Organization of America (ZOA), frangia conservatrice all’interno della comunità ebraica statunitense, a seguito della partecipazione di Bannon al gala annuale dell’organizzazione. In risposta alle critiche ricevute per aver invitato Bannon, più volte accusato di antisemitismo, Klein avrebbe richiamato lo stretto legame personale tra l’ex consigliere della Casa Bianca e l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti.

Ron Dermer told me that Steve Bannon was at his house for dinner and that Bannon is a great friend of Israel and Jews”, questo il messaggio postato su Twitter e mai smentito dall’ambasciata israeliana a Washington. La circostanza, se confermata, aiuterebbe a contestualizzare alcune delle decisioni prese da Trump nei primi mesi alla Casa Bianca, che secondo i più critici potrebbero essere correlate all’influenza di Bannon sul presidente.

A supporto del legame tra Ron Dermer e Steve Bannon vi sarebbe anche una pubblica dichiarazione del novembre 2016 rilasciata dall’ambasciatore israeliano a Washington per difendere il consigliere politico di Trump dalle accuse di antisemitismo. Inoltre, pochi giorni dopo l’insediamento della nuova amministrazione, l’ambasciatore avrebbe affermato che “le relazioni con gli Stati Uniti non sono mai state migliori che con Trump presidente”.

Come riportato dal sito online Haaretz.com, Bannon sarebbe stato ascoltato da Donald Trump sulla possibilità di trasferire l’ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Allo stesso modo, il consigliere avrebbe pesato sulla strategia di affossare l’accordo tra la comunità internazionale e Teheran sul nucleare iraniano.

Il sito Haaretz.com riporta anche la notizia secondo cui Bannon, quando ancora esercitava il ruolo di chief strategist, si sarebbe rifiutato di partecipare ad un incontro tra Trump e Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese.

Non sarebbe un caso che il gen. H.R. McMaster, subentrato a Michael Flynn nell’incarico di National Security Advisor alla Casa Bianca e fortemente critico verso Bannon, sarebbe stato più volte accusato di essere ostile ad Israele.

Le critiche sono partite dal sito d’informazione Breitbart e da blog siti di estrema destra. Breitbart, in particolare, è una creatura dello stesso Bannon. Si tratta di un sito online di estrema destra, sul quale spesso compaiono commenti e analisi che tenderebbero al nazismo, al sessismo, all’antisemitismo e alla xenofobia (fonte Wikipedia ).

Proprio negli ultimi giorni si registra la spinta sempre più forte da parte degli ambienti “alt-right” (destra alternativa e conservatrice) verso una nuova discesa in campo dello stesso Bannon, che è tornato a gamba tesa nell’agone politico e mira ad organizzare un movimento a sostegno di Trump, fondato sulla critica nei confronti dell’establishment repubblicano e delle lobby politiche di Washington.



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