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Il governo del Paese, il centrodestra e quelle necessarie prese di distanza

Il centrodestra continua a sottovalutare gli episodi e le manifestazioni che vedono protagoniste le organizzazioni neofasciste. Lo fa già da un po’ di tempo e negli ultimi giorni l’occasione è stata data da una coincidenza: il blitz di Forza Nuova sotto la sede di Repubblica e dell’Espresso il 6 dicembre e l’attentato di matrice anarchica alla stazione dei carabinieri di Roma San Giovanni il 7 dicembre hanno fatto dire al capo della polizia, Franco Gabrielli, che “per certi aspetti è molto più grave la piazzata che è stata fatta nei pressi di una redazione di un gruppo editoriale importante” rispetto all’ordigno anarchico.

In questo caso il leader leghista, Matteo Salvini, ha immediatamente espresso solidarietà ai giornalisti di Repubblica e dell’Espresso: “Sempre a favore della libertà di stampa e di opinione, contro ogni violenza”. Lo stesso Salvini, dopo il blitz nella sede di un’associazione pro-immigrati di Como il 29 novembre, aveva derubricato quei 13 skinheads a “quattro ragazzi che leggono un volantino” pur se non si va in casa d’altri se non si è invitati. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che aveva definito quell’irruzione “un’intimidazione, ma non una violenza”, ha invece risposto per le rime a Gabrielli: “Ora è chiaro perché l’Italia è sprofondata nella più totale insicurezza, con questa demagogia non si va lontano. Oggi più che mai ribadiamo la nostra piena solidarietà e vicinanza agli uomini e alle donne in divisa che difendono la sicurezza degli italiani, nonostante chi li comanda”. Stessa solidarietà all’Arma è arrivata da Maurizio Gasparri (FI, vice presidente del Senato) che con maggiore tatto ha chiesto che le parole del capo della Polizia venissero chiarite perché avrebbero provocato “nervosismo” tra i Carabinieri.

L’impressione è che Gabrielli abbia fatto a caldo una valutazione “investigativa”: il fenomeno anarco-insurrezionalista è noto da tempo, monitorato e comunque limitato a pochi elementi; la crescente ondata neofascista o neonazista potrebbe invece creare molti più problemi nell’ordine pubblico. Non c’è dubbio, però, che una bomba è pur sempre una bomba e che, si sa, Carabinieri e Polizia collaborano e stavolta qualcuno si è sentito ridimensionato. Il vero problema è rappresentato dai commenti politici: che sia per sottovalutazione o, forse meglio, per speculazioni elettorali, l’indubbio aumento delle iniziative di estrema destra non è considerato un pericolo dai partiti di centrodestra e dalla stampa di quell’area. Ha ragione Salvini quando dice che “il fascismo non tornerà”, ma è proprio sicuro che certi commenti aiuteranno la coalizione di centrodestra alle prossime elezioni o invece rischiano di allontanare molti voti moderati (da sempre decisivi)? E’ proprio sicura Giorgia Meloni, giovane erede di una tradizione che risale al Msi e poi ad Alleanza nazionale, che non sia il caso di mettere una definitiva barriera tra chi si candida a governare l’Italia e certi estremismi antidemocratici?

Mancano pochi mesi alle elezioni politiche e la campagna elettorale sarà certamente più animata che in passato. Le manifestazioni e i rischi di incidenti si moltiplicheranno: in una situazione tripolare e con i cittadini che si allontanano dalla politica, per riavvicinare gli astenuti alle urne non serve certo strizzare l’occhio a chi fa dell’apologia di fascismo, del razzismo e dell’intimidazione il proprio pane quotidiano.

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