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Turismo, così Intesa San Paolo scende in campo (con 5 miliardi di euro)

messina

Di turismo si può vivere certo, ma a patto che che si facciano investimenti mirati e in linea con i tempi. E che i privati non pensino di scaricare l’onere sul pubblico. Persino l’Italia, abituata a vivere di rendita grazie al suo inestimabile patrimonio, rischia di sbagliare se pensa di avere l’autopilota nel settore turistico. Meglio dunque garantire al sistema risorse fresche, in grado di mantenere a distanza di sicurezza chi insidia il primato mondiale italiano. In quest’ottica è stato firmato questa mattina l’accordo da 5 miliardi tra Intesa SanPaolo e il ministero dei Beni Culturali, alla presenza del titolare del dicastero, Dario Franceschini e del responsabile della divisione Banca dei Territori del gruppo, Stefano Barrese.

5 MILIARDI PER IL TURISMO  

I termini dell’intesa, sottoscritta e presentata presso la sede del ministero a Collegio Romano e ribattezzata Patto per il turismo 4.0, sono chiari. La banca guidata dal ceo Carlo Messina (nella foto) garantirà per i prossimi tre anni un plafond da 5 miliardi, sotto forma di prestiti per chi investe nel turismo. Dall’ampliamento delle strutture pre-esistenti all’apertura di nuove. In corsa ci sono oltre mezzo milione di imprese del comparto turistico, pronte a presentare i progetti più meritevoli di ricevere i finanziamenti. L’obiettivo è facilitare l’accesso al credito a chi decide di spingere l’acceleratore su quello che è da sempre considerato il comparto più strategico d’Italia, visto che da solo vale l’11% del Pil, circa 185 miliardi.

OBIETTIVO FORMAZIONE

Parte delle risorse messe a disposizione dalla prima banca italia, andrà anche a finanziare veri e propri corsi di formazione turistica. Iniziative finalizzate a sviluppare percorsi di crescita professionale e manageriale. In questo senso Intesa renderà disponibili metodologie e contenuti formativi adottati al proprio interno, fruibili anche in modalità e-learning personalizzabile. Inoltre offrirà assistenza per la ricerca e l’utilizzo di fondi per la formazione continua, anche con forme di prestito d’onore per consentire la formazione degli studenti non solo a livello accademico.

UN PRIMATO DA MANTENERE

D’altronde, se si mobilita una tale massa di fondi, dev’essere per un buon motivo. E il buon motivo è nelle slide presentate nella medesima occasione al ministero. Ad oggi, secondo un’analisi di Intesa, l’Italia resta ancora al vertice delle prime 5 destinazioni mondiali dopo Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina. E prorio i cinesi sono quelli che tra le 5 principali destinazioni più prediligono l’Italia, con 4,5 milioni di presenze nel 2016. Merito di un tasso di crescita di arrivi che tra il 2008 e il 2016, in barba alla crisi globale, è aumentato del 35,8%. Attenzione però a sedersi sugli allori, perchè la concorrenza è dietro l’angolo. E l’Italia, il suo piccolo problemino nel turismo, ce l’ha.

TANTI PICCOLI ALBERGHI 

Un problema chiamato dimensione ridotta delle strutture ricettive. Se infatti l’Italia è al primo posto nel globo per numero di alberghi, 33 mila per un totale di 2,2 milioni di posti letto, per quanto riguarda la dimensione delle strutture la situazione è pressochè ribaltata: 67,8 camere per albergo in Italia, contro le 165 della Croazia, le 97 della Spagna, le 80 della Grecia e le 71 della Francia. E forse è proprio qui che l’operazione messa in piedi da governo e Intesa deve andare a parare, nell’ampliamento delle attuali strutture ricettive, troppo piccole per assorbire una domanda di turismo che lo stesso Franceschini ha definito “fortissima”.

L’APPELLO AI PRIVATI

Forse si spiega così la chiamata a raccolta che il responsabile dei Beni Culturali ha voluto lanciare al termine della conferenza. Un appello ai privati, affinchè non lascino allo Stato l’onere di sobbarcarsi l’intero comparto. “Io dico agli imprenditori: investite nel turismo! Siete molto in ritardo rispetto a ciò che da qualche tempo ci dicono i numeri. Il turismo è in crescita fortissima e c’è bisogno che pubblico e privato facciano in fretta e bene ognuno la propria parte”.

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