Stefano Parisi è il “Grillo” del centrodestra, Antonio Tajani il candidato leader ideale e la vicinanza con i cittadini la formula vincente per le prossime elezioni politiche. E le larghe intese? “Sarebbero un errore”. Domenico Menorello, candidato del centrodestra nel collegio di Roma-Fiumicino in quota Energie Per l’Italia (EPI), non ci sta a farsi incasellare nella categoria di “vecchia politica” dal Movimento 5 Stelle. Così, in una conversazione con Formiche.net, spiega perché quella del centrodestra “sia l’unica coalizione che potrà consentire all’Italia di non precipitare nel default e nel commissariamento”.
Menorello, 50 anni, sposato con tre figli, è un avvocato amministrativista. Dapprima amministratore locale, è deputato dall’ottobre 2016. Si è occupato, fra l’altro, di riforme, difesa della famiglia e della vita, tutela della vittime del sistema bancario, sicurezza. Alla Camera, è stato fra i primi ad aderire e supportare il movimento di Stefano Parisi, Energie Per l’Italia ed è uno dei parlamentari di riferimento del movimentismo di base cattolico.
Le elezioni sono alle porte, come vede la competizione elettorale fino ad ora?
Siamo solo all’inizio, perché abbiamo trascorso settimane intere ai nastri di partenza in attesa delle decisioni del Capo dello Stato, a loro volta condizionate da una legge elettorale che, avendo dettato le regole del gioco a dicembre inoltrato, consente agli italiani di riflettere solo adesso, a liste chiuse, su un significato concreto del voto. Piaccia o no, queste regole impongono a tutti di scegliere in quale campo l’Italia abbia più speranze di crescere o, meglio, si tratta di scegliere quale coalizione potrà evitare a un Paese che paga quasi 170 milioni di euro di interessi al giorno (!) di implodere, con danni enormi per ciascuno.
Lei è candidato con il centrodestra in quota Energie per l’Italia. Come mai l’avvicinamento al movimento guidato da Parisi?
Il centrodestra è l’unica coalizione che potrà consentire all’Italia di non precipitare nel default e nel commissariamento. Ma ha perso negli anni milioni di elettori. Perché? Gli italiani non credono più nella libertà, nella solidarietà, nella creatività, nella vita, nella famiglia? Non è così. È la politica che ha rinsecchito la linfa della partecipazione e della selezione di una classe dirigente che conosca i drammi del popolo e lavori ogni giorno per costruire pezzi di bene comune. Io, dopo anni, ho finalmente incontrato in Stefano Parisi una idea della politica davvero appassionata delle relazioni umane e animata da un sincero e serio interesse ai contenuti, ai problemi che viviamo.
Il suo collegio è quello di Roma-Fiumicino, si è già mosso sul territorio?
Sono da sempre innamorato di Roma. Considero perciò un privilegio il viverci da quando sono entrato alla Camera e così ho anche avviato un domicilio romano del mio studio professionale. Non è forse vero che basta passeggiare per le strade della capitale per venire rigenerati, quando lo sguardo può stupirsi in ogni angolo della storia e della cultura che ci fanno italiani? Qui potrò dare il mio supporto alla corsa di Stefano Parisi nel Lazio e per questo sto andando a trovare le persone impegnate politicamente e socialmente nel collegio, che ringrazio per la straordinaria accoglienza che mi stanno riservando.
Cosa risponde a chi – come il suo diretto competitor del Movimento 5 Stelle, Emilio Carelli – attacca i partiti tradizionali?
Noi siamo molto più determinati dei pentastellati nel dire forte e chiaro che urge una “classe dirigente – uso le parole del mio competitor lette su questo portale – non connivente con la vecchia politica”. Stefano Parisi nel Lazio incarna esattamente questa istanza ed è l’unica candidatura a governatore davvero libera dai vecchi circuiti, certo scomoda per chi spera nello status quo, ma che rappresenta per questo la vera speranza per il popolo. Parisi rompe le case matte del potere ma, anche grazie al suo profilo personale, apre con credibilità una seria prospettiva di ricostruzione. Per così dire, è un “Grillo” di cui ci si può molto fidare!
I 5 stelle, a livello locale e nazionale, si accreditano come la forza del rinnovamento contro la partitocrazia. Cosa risponde.
Oggi non viviamo più una partitocrazia, i partiti non esistono e sono stati sostituiti da organizzazioni verticali e centralistiche. Il Movimento 5 Stelle è il più omologato su queste dimensioni. Altro che rinnovamento!
Allora cosa è, il rinnovamento?
Rinnovare la politica esige abbandonare la demagogia e la filiera delle cooptazioni, accettare la sfida del radicamento territoriale e del lavoro quotidiano di tessitura di risposte concrete. La politica nuova è orizzontale non verticale; è operosità e non slogan banali e urlati! I 5 Stelle al massimo garantiscono una prospettiva di distruzione. Tanto comprensibile quanto pericolosa.
È vero, però, che c’è stato qualche problema nella creazione delle liste del centrodestra fino alla scelta di schierare Parisi come candidato alla Regione Lazio…
Noi abbiamo chiesto al centrodestra discontinuità e capacità di rigenerazione. E le ostilità che ci sono state nelle settimane scorse al nostro (che non è certo l’unico) contributo in questo senso sono anche la prova che siamo di fronte a un passaggio sofferto, dunque vero. Così abbiamo voluto leggere la richiesta di candidatura da parte del centrodestra unito a Stefano Parisi come una apertura strutturale a quel rinnovamento che il nostro elettorato spera e vuole. La strada è difficile, ma è stata finalmente imboccata.
I sondaggi danno la coalizione di centrodestra vicino al 40%. Se così sarà, chi vede come possibile premier?
Antonio Tajani.
E se il centrodestra non dovesse avere i numeri, saranno larghe intese col Pd?
Sarebbe un errore. In questo malaugurato caso bisognerebbe rifare subito una legge elettorale proporzionale e tornare al voto. Ma gli italiani potranno evitare questa situazione drammatica, votando un centrodestra che ha finalmente imboccato, seppur lentamente e con non poche contraddizioni, una strada nuova. Votare centrodestra è l’unico voto utile.
Quali saranno i prossimi passi della sua campagna elettorale?
Nel Lazio il centrodestra sta proponendo una logica di squadra e di filiera, dalle amministrazioni locali ai rapporti con i corpi intermedi, dall’Europa, al Parlamento, alla Regione. Impiegherò tutto il tempo che ci separa al voto del 4 marzo ad incontrare quei cittadini, quegli amministratori, quelle associazioni e categorie, quei riferimenti territoriali che vorranno, anche mio tramite, partecipare ad una ricostruzione dentro un rapporto a molte voci, cui io rimarrò fedele.