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Europa, debito e privatizzazioni. L’opinione di Giacalone sul piano Capricorn di Renzi

Basta fare i rivoluzionari a chiacchere. Se l’Italia sta ancora in piedi è merito dell’Ue e del signor Mario Draghi. Davide Giacalone (nella foto), opinionista, giornalista con un passato nel Pri e da consigliere dell’ex ministro Mammì, non le manda certo a dire quando gli si chiede di commentare qualche scampolo di programma economico del Pd. Qualcuno al Nazareno manca di realismo e gridare ai quattro venti lo slogan renziano “Europa sì, ma non così”, rischia di sembrare più una sbruffonata che altro. Puro e semplice “gargarismo elettorale”, per dirla alla Giacalone. Ecco perché.

DIO SALVI DRAGHI

“Partiamo da un presupposto. Tutto si può migliorare. L’Europa, il mondo, persino la squadra di calcio che tifo. Ma la question è: questa è l’Europa che abbiamo e con questa dobbiamo confrontarci. Trovo quindi un po’ surreale continuare a dire di rivoltare questa Europa”, afferma Giacalone. “Mettiamoci in testa una cosa. Se ancora non siamo finiti a gambe all’aria è merito di questa Europa e della Bce e di quel signore che sta lì e si chiama Mario Draghi. Quello di Renzi mi pare un tipico gargarismo di propaganda elettorale”.

IL MITO DEL DEBITO PUBBLICO

Altro mantra renziano (ma non solo) il debito pubblico. Il leader dem ha rispolverato il piano Capricorn, ovvero cessione di mattone pubblico senza intaccare le partecipazioni in società strategiche come Eni o Enel. Operazione da una ventina di miliardi che nella logica Pd dovrebbe prevedere il coinvolgimento diretto della Cassa Depositi e Prestiti, chiamata a creare un apposito veicolo per le cessioni. “Tutto molto bello, ma la vogliamo dire una cosa? I governi degli ultimi anni hanno fatto a gara per dire ‘tagliamo il debito pubblico coi beni dello Stato’ ma nessuno si è preoccupato sul serio di impostare questo programma. Dove sta la società veicolo? E la ricognizione dei beni? E l’elenco dei cambi di destinazione d’uso? Perché se voglio trasformare una vecchia Prefettura in un hotel allora queste cose debbo farle, sbaglio?”. Che senso ha, ragiona Giacalone, “scrivere un programma sul debito se poi manca il meccanismo per applicarlo”?

PRIVATIZZAZIONI SPOT

Insomma, privatizzare ma con criterio. Ma che vuol dire? “Semplice usare i soldi per tagliare il debito. Faccio un esempio. Poste è stata venduta in parte (dal governo Renzi, ndr), va bene, ma i soldi sono stati usati per aumentare la spesa dello Stato e alla fine il debito è cresciuto. Io dico, giusto vendere purché i proventi vadano a tagliare il debito non ad accrescere la spesa. E comunque non partirei dalle grandi aziende ma dalle municipalizzate. Autentiche scatole vuote. Dei veri mostri”.



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