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Perché la politica non può non investire nella tecnologia (duale). Parla Luciano Violante

“Le tecnologie sono neutre, mentre le loro applicazioni sono duali, possono valere cioè tanto per le attività civili quanto per quelle militari, e cioè sia per il benessere dei cittadini che per la sicurezza del Paese”. Così Luciano Violante ha aperto l’evento di presentazione tenuto questa mattina alla Camera dei Deputati del nono Rapporto 2018 di ItaliaDecide, l’associazione da lui presieduta e giunta al decimo anno di attività. Quest’anno, il rapporto si focalizza sul tema delle tecnologie duali, che rappresentano un importante volano non solo per il comparto di sicurezza e difesa, ma, grazie alle proprietà intrinseche della tecnologia duale, anche per i settori civili.

Tale focus, ha spiegato Violante, riflette “l’attenzione che l’Europa ha dedicato a questo tema”, nonché la presenza, in Italia, “di una filiera industriale di spazio e sicurezza nazionale che attraversa tutto il Paese, e dall’esistenza di iniziative di specializzazione intelligente che hanno bisogno di far leva su tecnologie duali”. Partendo da questi sviluppi, ha proseguito l’ex Presidente della Camera, “l’ambizione del rapporto è anche quella di evidenziare la necessità di un mercato di capitali privati per sostenere l’innovazione”. Mentre durante la Guerra Fredda “le tecnologie duali si muovevano essenzialmente in un’unica direzione, dal settore militare a quello civile”, ed era l’innovazione in campo militare che transitava successivamente nel campo del civile, oggi, secondo ItaliaDecide, “assistiamo invece a un’inversione di tendenza”.

Infatti,il processo di osmosi tra il campo civile e quello militare ormai avviene sempre più spesso nel verso opposto, è infatti il settore civile a fornire strumenti e tecnologie per le applicazioni nel comparto di sicurezza e difesa. Le ragioni, ha spiegato il Presidente di ItaliaDecide, sono molteplici. Innanzitutto, è stata decisiva “la più grande quantità di risorse disponibili da parte di alcuni soggetti privati, spesso maggiori rispetto a quelle di cui dispongono gli stati”. Inoltre, ha rimarcato Violante, “il settore industriale della difesa dipende sempre di più da tecnologie sviluppate in ambito civile, soprattutto nell’elettronica, nelle telecomunicazioni e nell’informatica”. Nel processo di sviluppo del duale, il ruolo dell’Ue è stato centrale. Soprattutto, ha osservato il Presidente di Italiadecide, nello sforzo di sviluppare una politica comune europea di difesa di sviluppare tecnologie duali europee”.

Secondo Violante, la difesa europea deve procedere su un binario parallelo, che contempli allo stesso tempo “una cooperazione rafforzata in materia di difesa e lo sviluppo di tecnologie duali”, garantendo così ingenti risparmi per i bilanci nazionali e ricadute positive per il settore civile. Tuttavia, spiega Violante, conditio sine qua non perché ciò si realizzi appieno, è “un nuovo atteggiamento culturale nei confronti dei problemi della sicurezza”. Questo perché, ha chiarito il Presidente, “una politica pubblica a sostegno delle tecnologie duali non può fare a meno di una politica della difesa”. Quindi, è necessario superare quello che l’ex Presidente della Camera ha definito “un atteggiamento di diffidenza nei confronti della politica di difesa”, figlio dell’esperienza storica del continente Europeo, e che tutt’ora limita le potenzialità del settore.

Se tale atteggiamento era in passato concesso dalla garanzia dell’alleato americano, oggi, ha osservato Violante, “non possiamo più trincerarci dietro al rifiuto di occuparci di difesa, mentre deleghiamo ad altri questo compito”. Maggiori investimenti in tecnologie duali sono compatibili e devono andare di pari passo con il processo di integrazione europea, questo la ricetta di ItaliaDecide. Essa è valida per l’Europa ma anche e soprattutto per l’Italia, ora che a livello europeo non mancano gli strumenti istituzionali necessari per lo sviluppo della politica di sicurezza e difesa.

Si evince, dal Rapporto 2018 di ItaliaDecide, il senso di una finestra di opportunità che l’Italia e l’Europa non possono permettersi di non cogliere. I progressi recenti, sia quelli istituzionali avviati a livello europeo, sia quelli legati alle tecnologie duali, chiamano ad un’assunzione di responsabilità nel campo della difesa, che avrebbe importanti ricadute sia in campo civile che militare.

 

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