Forse Ignazio Visco (nella foto), intervenendo al Forex la scorsa domenica (qui lo speciale di Formiche.net sui lavori del Forex) ha voluto solo ricordare al Credito cooperativo che il vero esame di maturità deve ancora arrivare. In effetti ci sono almeno due bucce di banana sulla strada che porta al riassetto delle Bcc imposto dalla riforma di Matteo Renzi nel 2015 e su cui le banche cooperative potrebbero scivolare. Formiche.net ha sondato alcuni ambienti vicini al credito cooperativo, rilevando alcune criticità che potrebbero ritardare non poco l’intero processo.
LA SFERZATA DI VISCO
Tutto è partito dallo stesso governatore, intervenuto nei giorni scorsi al Forex. Le esigenze di ridurre i costi, recuperare redditività e varare le attese aggregazioni “sono particolarmente pressanti nel credito cooperativo dove va attuata, nella sua interezza, la riforma varata nel 2016”, ha detto Visco. Parole che nell’ambiente cooperativo hanno creato una certa apprensione, suscitando interrogativi sul reale significato delle parole di Visco. In verità, tra le Bcc e la Bce, che sarà chiamata a vigilare sui due soggetti aggregatori, Iccrea e Cassa centrale (il terzo polo, quello altoatesino delle Raffeisen rimarrà nell’orbita di Bankitalia), qualche problemino c’è.
IL NODO DEGLI NPL
Il primo scoglio, sia chiama crediti deteriorati. Ad oggi sono decisamente troppe le banche cooperative alle prese con prestiti dal difficile rimborso, il cui ammontare è ampiamente al di sopra della media europea. Questo per la Bce è già un primo grande problema. Francoforte difficilmente avallerà un piano di riassetto dove ci sono molti istituti con un alto tasso di crediti deteriorati rispetto al totale degli impieghi. E molte Bcc non hanno le risorse sufficienti per dotarsi di appositi veicoli per scaricare i crediti in sofferenza. In ambienti cooperativi la cosa è vista con una certa preoccupazione dal momento che, conoscendo l’intransigenza della Bce in materia di npl, è facile intuire come in qualche modo la questione andrà affrontata, pena lo stop all’intero progetto.
…E DELLA GOVERNANCE
Altro passaggio stretto, la governance. Come noto il credito cooperativo è basato sul modello presidente-direttore generale. A Francoforte, invece, pare insistano fortemente per l’introduzione dell’amministratore delegato, per aumentare il grado di responsabilità dei manager dinnanzi al Consiglio di amministrazione. Ma molte Bcc non hanno la minima intenzione di cedere su quella che viene considerato a tutti gli effetti un tratto distintivo storico della cooperazione. Anche in questo caso, se non sarà scontro, una soluzione il più pacifica possibile andrà trovata. Di sicuro le due questioni menzionate hanno avuto un loro effetto. Le istanze per l’aggregazione delle Bcc a Iccrea o Cassa centrale, sarebbero dovute essere presentate alla Bce entro febbraio. Ma con ogni probabilità si arriverà a primavera.