Skip to main content

Ecco la campagna elettorale di Google, Twitter e Facebook

facebook

Tutti pronti per le elezioni politiche del 4 marzo. Non solo in Italia. Leader internazionali e stampa estera guardano con molto interesse quanto sta succedendo nel panorama politico italiano. E i social network non restano indietro. Per aiutare gli elettori alcune delle principali piattaforme della rete stanno offrendo strumenti utili per confrontare e analizzare programmi di governo, schede elettorali, nomi e candidati.

I “PUNTI DI VISTA” DI FACEBOOK

Durante la campagna elettorale, chi entra nel più famoso social network può non solo aggiornarsi sullo stato sentimentale dell’ex fidanzato o informarsi sui viaggi fatti dalla migliore amica. Facebook sta cercando di offrire uno strumento per capire le proposte politiche dei principali partiti italiani.

Da alcuni giorni, chi entra nel proprio profilo dall’Italia (o con la configurazione in italiano) ha visto apparire in bacheca una finestra intitolata “Punti di vista”. Si tratta di un tool che fa vedere le diverse posizioni – su diversi argomenti – dei partiti che sono in testa nei sondaggi o che comunque potrebbero avere più dell’1% dei voti. Dichiarazioni dei leader politici, programmi o spot elettorali, Facebook riprende tutto fedelmente per non correre rischi. “Punti di vista” ha una ricorrenza sul flusso di notifiche di ogni tre giorni.

Oltre al fact-checking per dare caccia alle fake news, Facebook trasmetterà in Forum Live una serie di interviste dalla sede milanese in collaborazione con l’agenzia di notizie Ansa.

IL CONTRIBUTO LOGISTICO DI GOOGLE

Google invece ha annunciato sul blog in italiano che in queste settimane rimanderà sul canale Youtube del ministero dell’Interno italiano tutte le ricerche collegate alle elezioni politiche. In questo modo, gli utenti potranno accedere comodamente alle informazioni ufficiali che riguardano il voto, da che cosa fare se si è persa la scheda elettorale a come votare. I partiti politici potranno anche pubblicare foto, testo e video in maniera diretta nel knowledge panel del motore di ricerca. Tutto in assoluta libertà.

L’EMOJI DI TWITTER

Twitter invece ha dedicato alle elezioni italiani un emoji. Basta digitare gli hashtag #elezioni, #elezioni2018 o #ItalyElection2018 è comparirà automaticamente l’icona disegnata dal social network. La piccola immagine è un’urna elettorale avvolta dalla bandiera italiana. In questo modo, chi vorrà informarsi velocemente o partecipare ai dibattiti che riguardano le elezioni, identificherà subito i contenuti correlati.

Ad annunciare la creazione dell’emoji è stato Sinéad McSweeney, vice president for Public Policy and Communications del social: “Twitter è il posto ideale per seguire la politica, perché consente a cittadini e politici di condividere le proprie opinioni e interagire tra loro. Con questa emoji, vogliamo aiutare le persone ad esprimere il proprio punto di vista sulle elezioni e dare così un contributo importante e positivo ai cittadini in questo momento così importante per l’Italia. Stiamo già notando come gli italiani utilizzino sempre di più Twitter per esprimere le proprie opinioni e condividere i propri interessi: questa emoji renderà le conversazioni ancora più vivaci”.

I POLITICI, MANCATI INFLUENCER

Anche se i social stanno diventando più politici, in Italia i politici sono meno social. I leader dei principali partiti non sono proprio degli influencer in rete: i numeri dei loro follower  – in generale – è abbastanza basso. Parlando di Twitter, la piattaforma più utilizzata dai politici, vince su tutti Matteo Renzi con 3,37 milioni di follower. Matteo Salvini ne ha 649mila, Giorgia Meloni 634mila, Pietro Grasso 608mila ed Emma Bonino 157mila. Numeri che non sono reali, secondo un articolo pubblicato da Repubblica, che riprende uno studio realizzato dall’Istituto di Informatica e telematica del Cnr di Pisa: “Si scopre così che i numeri giganteschi dei follower di Renzi sono in realtà molto più risicati: è sempre il primo, ma quei 3,3 milioni diventano 400mila, solo uno su otto. Sono solo gli utenti attivi che interagiscono con i post del candidato, lo retwittano, lo commentano, possono metterlo tra i preferiti, ovvero ne aumentano la diffusione”.

Reale è invece il fatto che tra i politici più attivi e ricchi d’interazioni su Twitter c’è il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda.


×

Iscriviti alla newsletter