Milano – Spinta sui pacchi, barra ferma sulla corrispondenza, nuove assunzioni e crescita nei servizi mobile. In mezzo, una collaborazione preziosa ma quasi obbligata con Amazon. C’è tanta carne al fuoco nel piano industriale aggiornato al 2022 di Poste, presentato questa mattina a Milano, presso la sede della Borsa, a Palazzo Mezzanotte. Dopo le linee guida emerse nei mesi scorsi, oggi il ceo del gruppo Matteo Del Fante (nella foto) ha ufficializzato la strategia con cui Poste punta a portarsi definitivamente nella nuova era del recapito, fatta di concorrenza e digitalizzazione.
RECAPITO 4.0
La prima sterzata arriva sul fronte del recapito, su cui Poste ha intenzione di cambiare gradualmente, ma non troppo, pelle. Nei prossimi quattro anni il gruppo giungerà a un riassetto del servizio universale, sempre più a misura di utente. Tanto per cominciare la consegna di lettere e pacchi verrà tarata sulla densità di popolazione dei territori, con consegne più mirate, nel pomeriggio e nei fine settimana, laddove la densità è minore. Questo per flessibilizzare al massimo il servizio e adattarlo alle specifiche esigenze dei territori. Una mano in questa missione arriverà dalla tecnologia, di cui Poste punta a sfruttare in pieno i vantaggi. Il gruppo “investirà in nuove tecnologie di distribuzione e automazione, ridefinendo le zone di recapito e ottimizzando il flusso di consegne mediante tecnologia i-cloud”.
SPRINT SUI PACCHI
Ma sono i pacchi la vera sfida del gruppo guidato da Del Fante. Con Amazon in pieno boom, il gruppo non può fare a meno di aumentare lo sforzo della consegna di pacchi e plichi. Per accorgersene basta dare uno sguardo ai numeri al 2022. I ricavi del segmento pacchi sono stimati a 1,2 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, contro i 700 milioni generati oggi. Naturalmente il grosso della spinta arriverà dai prodotti acquistati online, dunque su Amazon. Un mercato di cui Poste oggi copre una quota del 30%. Sulla corrispondenza invece il gruppo punta ad arginare il calo del fatturato, previsto a 3,5 miliardi, contro i 3,6 del 2017.
MANO TESA AD AMAZON
D’altronde, è stato lo stesso ceo Del Fante a ribadire l’importanza della collaborazione con il gigante americano dei trasporti. “In questo momento per noi Amazon rappresenta un’opportunità crescente. La nostra rete capillare così unica e senza eguali è un qualcosa di cui non si può fare a meno e questo crea i presupposti per un’importante collaborazione. Anche per questo stiamo cambiando pelle nel recapito”, ha spiegato il manager ex Terna. E non è un caso se nei piani del gruppo i pacchi consegnati dai portalettere passeranno dai 35 milioni odierni ai 100 milioni del 2022. “Sono attesi volumi significativi nei prossimi 3 anni. Attualmente in Italia si consegnano in media 2-3 pacchi pro-capite contro una media europea di 8-10 pacchi. Ma la situazione cambierà con la crescita dell’e-commerce”.
MENO PLASTICA, PIU’ ONLINE
L’altro grande filone riguarda il completo trasferimento dei servizi di Poste sull’online. “Vogliamo abbandonare la plastica (e la carta, ndr)”, ha puntualizzato Del Fante. E in effetti, ancora una volta, i numeri certificano le ambizioni del gruppo pubblico. Le transazioni sulle carte toccheranno gli 1,6 miliardi di euro da qui al 2022, ma è sui cosiddetti e-wallets (tipo di carta elettronica utilizzata nelle transazioni online tramite Pc o smartphone) che Poste punta a una crescita esponenziale: da 1,7 a 6,5 milioni di pezzi. “Nonostante il pagamento in contanti rimanga a tutt’oggi il sistema più utilizzato in Italia, questa divisione sarà in prima linea per gestire il passaggio dai metodi di pagamento tradizionali, come i bollettini postali, ad opzioni digitali più evoluti”, ha spiegato Del Fante. Un segmento, quello del mobile, “destinato a trarre vantaggio dalle opportunità derivanti dalla convergenza nel settore, supportando al tempo stesso una visione digitale di tutto il gruppo”.
DIECIMILA ASSUNZIONI
Un ultimo capitolo di questo primo focus riguarda il lavoro. Nel piano di Poste, rinominato Deliver 2022, è prevista inoltre l’assunzione di 10 mila nuove figure professionali, di cui 5 mila in ambito finanziario e assicurativo, nel quadro di un piano complessivo di riduzione del personale da 138 mila a 123 mila unità entro il 2022 che avverrà solo su base volontaria incentivata o su base naturale di pensionamento.