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Spin off della rete, Persidera e Canal plus. I tre fronti di Tim

Tre partite in pochi giorni non sono poche nemmeno per una società come Tim. La controllata Vivendi è alle prese con più fronti, peraltro alla vigilia del delicatissimo board del 6 marzo, quando oltre alla scorporo sulla rete, i consiglieri saranno chiamati ad approvare il piano industriale dell’ex monopolista. I dossier sul tavolo sono questi. Primo, la partnership con Canal plus, che prevede lo scambio di contenuti con Mediaset, dunque la speranza di una riappacificazione parziale col Biscione. Secondo, la cessione di Persidera, la società dei multiplex controllata al 70% da Tim. Terzo, come detto, lo spin off della rete.

PERSIDERA IN USCITA

Partendo proprio da Persidera, questo pomeriggio era in programma un consiglio di amministrazione straordinario per chiudere la cessione della controllata. Un’operazione obbligatoria, dal momento che per la controllante Vivendi la vendita è fondamentale, visto che per l’Antitrust Ue è condizione e per poter avere il controllo del gruppo telefonico. I pretendenti in campo sono due, forse tre. I primi, in cordata, sono il fondo F2i e Rayway, la società delle antenne della Rai. Sul tavolo ci sono circa 200-250 milioni di euro contro una stima di 350 milioni. Alla fine il cda ha “esaminato e valutato positivamente, a maggioranza, la proposta di acquisto di Persidera ricevuta da F2i e Rai Way, considerando che la partecipazione non rappresenta un asset strategico per Tim”. Il board ha dunque dato mandato all’amministratore delegato Amos Genish per finalizzare l’operazione, “fermo restando che ogni ulteriore eventuale offerta vincolante sara’ presa in considerazione”.

IL REBUS CANAL PLUS

Forse ancora più complicata la questione Canal plus, la pay tv di Vivendi. Tim e Canal plus erano a un passo dalla joint venture con cui comprare contenuti da Mediaset per un valore di 760 milioni di euro, la stessa cifra con cui era stata valutata la pay tv di Mediaset, Premium, nel 2016. L’operazione avrebbe dovuto quindi in un certo senso sanare il contenzioso in atto tra Vivendi e Mediaset proprio a causa del passo indietro dei francesi, che all’ultimo si erano rifiutati di comprare Premium. Ma ora tutto sarebbe saltato, manca solo l’ufficialità che con ogni probabilità arriverà nel consiglio già affollato di dossier del 6 marzo. Nel dettaglio, oltre all’acquisto di contenuti digitali, Mediaset avrebbe rilevato il 20% di Canal Plus con un posto in cda riservato a un indipendente, l’altro 20% l’avrebbe tenuto Vivendi, Tim avrebbe avuto la maggioranza del 60%. Il possibile stop all’operazione non ha comunque spaventato il titolo, anzi, che ha chiuso la seduta in rialzo.

ACCELERAZIONE SULLA RETE

Ultimo dossier, lo scorporo della rete, su cui la società tlc ha di fatto raggiunto un’intesa di massima con il governo italiano, dopo l’incontro di tre settimane fa tra il ceo Tim, Genish (nella foto) e il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Tim, secondo alcune indiscrezioni di Reuters, avrebbe ingaggiato Goldman Sachs e Credit Suisse per studiare lo spin off della rete. Anche in questo caso nessun commento da parte dell’azienda, che in ogni caso alzerà il velo sullo scorporo il prossimo 6 marzo.

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