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Ballottaggio Di Maio-Salvini, perché i Cinque Stelle avrebbero la meglio. La ricerca di Swg

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Se al posto del Rosatellum bis avessimo avuto il ballottaggio bocciato dalla Corte Costituzionale a inizio 2017, chi vincerebbe fra un centrodestra trainato da Matteo Salvini e il Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio? Secondo un sondaggio di Swg in esclusiva per Formiche.net e svelato dal direttore scientifico Enzo Risso all’evento Menabò con Kratos & Partners, non ci sono dubbi: fra i due gli elettori preferirebbero un governo pentastellato (39%) al centrodestra a trazione leghista (30%).

Non è fantapolitica, ma un dettagliato studio sugli scenari post-voto dell’istituto di ricerca che getta luce sul successo dei partiti anti-establishment così come sulla débacle dei partiti “moderati” all’alba delle consultazioni al Quirinale. Il primo dato da registrare è dunque che, se ci fosse un ballottaggio, i Cinque Stelle avrebbero la meglio, segno che il Movimento attrae più facilmente gli elettori delusi della sinistra rispetto al centrodestra. Il secondo dato è che però la maggioranza degli elettori (51%) ritiene impossibile (26%) o sbagliata (25%) una coalizione di governo Salvini-Di Maio. Se i due leader imboccassero questa strada potrebbero dunque pagare pegno alle prossime elezioni perdendo una parte dei consensi.

La maggioranza degli elettori ritiene dunque le due forze politiche fortemente incompatibili e una convergenza sul programma per governare insieme non credibile. Eppure la ricerca di Swg rivela come il bacino elettorale dei due partiti non sia così lontano. La frattura geografica rimane, ma non quella sociale: sia Lega che Cinque Stelle hanno infatti attinto a piene mani nelle classi di reddito più basse (rispettivamente 22,8% e 36,9%), ma hanno anche fatto l’en plein di voti, sottraendoli ai partiti moderati come Forza Italia e Pd, nel ceto medio e medio alto (19,4% e 15,6% Lega e 33,9% e 30,9% M5S).

Diverse sono le “corporazioni” professionali su cui i due partiti hanno fatto presa rispetto al 2013. Il Carroccio guidato da Matteo Salvini ha convinto in massa gli imprenditori (+18,9%), che infatti hanno specularmente abbandonato Forza Italia (-15,8%), ma anche gli aritigiani (+22,9%). Tra i disoccupati, una categoria che ha fatto da ago della bilancia è quella delle casalinghe, che hanno aderito al nuovo volto nazionale della Lega (+17,8%), preferendola al movimento fondato da Silvio Berlusconi, che ha perso il 7,3% del loro voto.

Il movimento di Luigi Di Maio ha fatto invece breccia fra gli insegnanti (+18,4%) e gli agricoltori (+17,1%). Rispetto al 2013 il nuovo volto “moderato” dei pentastellati ha convinto una parte del mondo imprenditoriale, i cui voti sono aumentati dell’8%. Il Movimento rimane ancora frenato fra i dirigenti e i pensionati, che rimangono tutt’oggi prerogativa dei forzisti (rispettivamente 14,5% e 18,3%).

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