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Ecco come Facebook (e non solo) ha registrato i log di messaggi e chiamate su Android di Google

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Facebook ancora al centro delle cronache per una nuova vicenda di presunta “invasione” della privacy su milioni di dispositivi Android. L’app del popolare social network fondato da Mark Zuckerberg sarebbe stata in grado di sottrarre – agli utenti del programma per il sistema operativo per dispositivi mobili di casa Google – telefonate e log di testo.

L’AMMISSIONE DI FACEBOOK

Ancora nel ciclone per il caso Cambridge Analytica, il colosso di Menlo Park – riporta Associated Press – ha riconosciuto domenica di aver iniziato la raccolta delle registrazioni di chiamate e di testi da telefoni che eseguono Android nel 2015, prima tramite l’app Messenger e in seguito attraverso un’opzione in Facebook Lite, una versione più leggera della sua app principale. Il social network ha specificato di aver collezionato le informazioni dei soli utenti che avevano accordato il permesso di farlo (revocabile in qualsiasi istante attraverso le impostazioni) e che questi dati non includevano comunque il contenuto di messaggi o chiamate.

NON CON APPLE

Facebook, spiega ancora Ap, non ha finora risposto a più richieste di più specifiche. Tuttavia gli esperti rilevano che c’è una ragione per la quale le azioni di Menlo Park si sono limitate ad Android. Apple, l’altro sistema operativo più diffuso sui dispositivi mobili, controlla in modo molto stringente le autorizzazioni delle app, ponendo mediamente più attenzione alla privacy degli utenti di iPhone.
Apple possiede sia il software sia l’hardware dei suoi smartphone. Ciò le consente di distribuire nuove versioni del proprio sistema operativo iOS come e quando vuole. Google, al contrario, da questo punto di vista, è in gran parte in balia sia dei gestori di telefonia mobile sia dei produttori di hardware.

COSA FA GOOGLE

Ci sono oggi in circolazione quasi 20mila modelli di telefoni Android, e agli operatori piace modificare il software perché funzioni il meglio possibile sulle loro reti. Di conseguenza, le nuove versioni del sistema operativo di Google – molto più sicure delle precedenti e con differenti impostazioni, decisamente più selettive e personalizzabili – raggiungono gli utenti molto lentamente, anche se Mountain View sta cercando di ‘forzare’ ad aggiornamenti più veloci.

LA PUNTA DELL’ICEBERG

Un portavoce di Google, conclude Ap, non è stato in grado di dire quante app abbiano chiesto accesso ai registri delle chiamate o di testo. Il caso di Facebook, dunque, potrebbe rappresentare solo la punta di un enorme iceberg.
Il grande tema, infatti, rimarcano gli addetti ai lavori, è sempre quello del business model di app e servizi online apparentemente gratuiti, ma basati sui dati forniti, spesso volontariamente, dagli utenti.

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