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Se l’Italia spinge l’acceleratore sulle rinnovabili e guadagna in bolletta. Il rapporto Gse

Rinnovabili su, bollette giù. Un sogno che, forse, si avvera in Italia. Almeno secondo le analisi del Gse, il Gestore dei servizi energetici, che questa mattina a Roma, presso l’auditorium dell’ente, ha presentato il rapporto 2017, illustrato dal presidente del Gse, Francesco Sperandini, dal responsabile Studi Luca Benedetti, alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

Secondo i dati del rapporto 2017, lo scorso anno in Italia le fonti rinnovabili hanno coperto quasi un quinto di tutti i consumi energetici. Ciò significa che ogni 100 kWh consumati complessivamente nei settori elettrico, termico e dei trasporti, quasi 18 sono verdi. Tanto per fare un paragone, basti pensare che i soli consumi da fonti rinnovabili dell’Italia corrispondono ai consumi complessivi della Svizzera.

Tutto merito, o quasi, della grande mole di incentivi alle rinnovabili erogati in questi anni. Per raggiungere questi obiettivi, che pongono l’Italia tra i primi Paesi in Europa per fonti rinnovabili, il Gse ha infatti distribuito nel solo settore elettrico 14,2 miliardi di euro di incentivi, recuperandone 1,7 miliardi dalla vendita di energia ritirata, per un netto di incentivi in bolletta di 12,5 miliardi di euro (nel 2016 erano stati 14,4 miliardi). Per quanto riguarda le ricadute occupazionali, si stima che gli occupati permanenti nella fase di esercizio e manutenzione degli impianti siano circa 38.000 nel settore delle rinnovabili elettriche e circa 34.000 nel settore delle rinnovabili termiche.

Molto è stato fatto anche sul fronte dell’efficienza energetica, con notevoli risparmi in termini di dispersione. Lo scorso anno il Gse ha riconosciuto 5,8 milioni di certificati Bianchi, dei quali il 62% in ambito industriale e il 31% in ambito civile, consentendo così un risparmio di quasi 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati,il Gestore dei servizi ha ricevuto 43.227 richieste, che corrispondono a circa 180 milioni di euro di incentivi, dei quali 62 milioni di euro relativi a interventi di efficienza energetica della Pubblica amministrazione.

“Gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite sono sentiti oggi dal nostro Paese come non era mai successo in passato e l’Italia deve essere orgogliosa dei risultati raggiunti”, ha spiegato Sperandini, ricordando non solo “che il nostro Paese ha superato gli obiettivi europei al 2020 con sei anni di anticipo, ma anche che a questo percorso virtuoso si è aggiunto un altro elemento importante, che è l’approvazione della Strategia Energetica Nazionale”.

Il titolare dello Sviluppo, Calenda, ha colto l’occasione del suo intervento per rilanciare invece il ruolo dell’autorità dell’Energia, oggi Arera, scaduta mesi fa e ora in fase di proroga straordinaria fino all’11 aprile. “Il tema dell’Autorità per l’energia, Arera, è un tema critico, abbiamo un processo da fare e abbiamo bisogno di averla nel pieno delle sue funzioni anche in questa fase di transizione. Non si costituisca un blocco sull’Autorità perchè ci sono cose nella pipeline che rischiano di essere bloccate”. Per questo “sento di poter fare un appello alle forze parlamenatari e politiche affinché questo nodo venga sciolto molto rapidamente, altrimenti c’è il rischio che rimaniamo in una situazione di blocco su provvedimenti necessari e previsti dalla legge che hanno bisogno di un’Autorità nel pieno dei suoi poteri e funzioni”. In ultimo, il ministro ha annunciato per la prossima settimana l’arrivo del decreto sull’individuazione delle nuove aree per i depositi nucleari.


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