Nemmeno il tempo di formare il governo, ancora non si sa con quale maggioranza, che arrivano i primi appelli al “vogliamoci bene”. Secondo il Daily News “un gruppo di lobby del commercio in Germania ha esortato il prossimo governo italiano a essere costruttivo sul futuro corso dell’Unione europea per garantire che le economie dei due Paesi continuino a prosperare insieme”. Insomma, nel Paese guidato da Angela Merkel (nella foto), a quanto pare, non vogliono colpi di testa.
L’appello è arrivato direttamente da alcuni iscritti all’Associazione delle Camere di commercio e industria tedesche, la nostra Unioncamere, per intenderci. Le quali affermano che “è di grande importanza per l’economia tedesca che l’Italia possa formare un governo stabile e continuare a seguire la via delle riforme che ha intrapreso”.
Lunedì, l’amministratore delegato dell’associazione, la Deutscher Industrie und Handelskammertag, Martin Wansleben, ha rilevato che l’Italia è il sesto partner commerciale della Germania, con un volume commerciale bilaterale del 2017 di 121 miliardi di euro. Non solo, Berlino con le sue industrie è il più grande mercato di esportazione in Italia.
Wansleben è stato chiaro. I rapporti tra italia e Germania “non devono cambiare con il nuovo governo, nonostante la vocazione dei partiti populisti italiani, vincitori delle elezioni, a criticare l’Ue”.
E pensare che la stampa tedesca, a giudicare dai titoli di alcune testate principali, sembra piuttosto preoccupata dal voto in Italia. La stampa teutonica dedica titoli allarmati sull’esito delle elezioni italiane, sottolineando il trionfo di partiti di protesta euroscettici, che possono spaventare l’Ue e i mercati, e rilevando che le opzioni di governo sono al momento quasi inesistenti. “I populisti di destra e gli avversari dell’Europa trionfano in Italia”, scrive Die Zeit on line. “Mettere su un governo non sarà possibile”.
La Frankfurter Allgemeine Zeitung mette in prima la notizia: “I Cinque stelle sono avanti in Italia”, e in un commento dal titolo “Il paziente italiano”, nelle pagine di economia, si spiega che “dopo anni di una certa stabilità” il Paese “rischia di tornare ai vecchi tempi con governi deboli e brevi che non potranno affrontare alcuna riforma”.