Le vicende delle pressioni di vari cittadini nel barese e nel palermitano verso i sindaci o verso qualche Caf per richiedere i moduli per la presentazione delle domande per ottenere il reddito di cittadinanza stimolano alcune riflessioni su alcuni aspetti non sufficientemente indagati dell’esito della recente tornata elettorale. Determinante è stata, indubbiamente, la rete (che genera anche le illusioni e le realtà virtuali che hanno mosso i richiedenti di quei moduli…) da cui è nato e in cui sguazza non solo il Movimento cinquestelle, ma che, guarda caso, è anche, in qualche modo, alla radice del prevalere della Lega su Forza Italia, visto che Matteo Salvini è il politico italiano con più “seguaci” sui social network, che mostra di saper usare meglio di Silvio Berlusconi. Ma c’è, poi, un altro aspetto significativo. Sarebbe limitante annotare tout court che circa il 50% dei voti è finito a due forze entrambe di matrice populista, sulla base di voti con un’impronta di protesta. È vero, però, che c’è stata una protesta contro le tradizionali élite politiche e che molti elettori, nel Paese che ha la più bassa percentuale di laureati in Europa, si sono specchiati in due giovani leader, entrambi lontanissimi da uno straccio di laurea, riconoscendo così che, in qualche modo, il potere può essere alla portata di tutti.
Ma l’operazione che è riuscita al giovane Luigi Di Maio, soprattutto nel suo girare nelle città del Mezzogiorno in abito scuro da statista, è stata quella di accoppiare alla protesta la speranza, con un netto salto di qualità rispetto al Grillo che vendeva solo protesta. Tant’è che una parte dei figli della rete sta già chiedendo il modulo per il reddito di cittadinanza. Di qui, il 40% di voti ottenuti in media nelle regioni del Sud. Il problema sarà di come mantenere quelle promesse. Analogo è il discorso per Salvini, che probabilmente ha ottenuto forti risultati al centro-nord perché ha acceso in molti la speranza di riuscire a rimandare davvero a casa gli immigrati, o di tornare a far sentire i cittadini “sicuri in casa propria”.
Ma ci sarebbe un aspetto in più, che concerne soprattutto il fenomeno del successo dei cinquestelle al Sud, su cui indagare, che è il ruolo e il peso dei gravi ritardi di senso civico, degli italiani, di cui la corsa ad accaparrarsi il modulo per il reddito di cittadinanza è una spia ineludibile, per quanto il fenomeno sia limitato. È vero che Grillo ha costruito negli anni uno storytelling per cui tutta la classe politica è malvagia e corrotta mentre i cittadini sono bravi e per bene, ma non è che votando cinquestelle si sono depurati dai vizi della ricerca di clientelismi, raccomandazioni, piccola e media corruzione che sappiamo ampiamente diffusa. Scelgano, pertanto, i cinquestelle se prepararsi a rieducare non pochi loro elettori o organizzare nuove clientele.