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Italiani d’Oltralpe. Così Salini rientra in Francia dopo 20 anni

Pietro Salini

Salini Impregilo torna in Francia dopo 20 anni, in un momento in cui l’industria italiana è costantemente preda delle major d’Oltralpe. Il general contractor guidato da Pietro Salini (nella foto), si è aggiudicato un contratto da 203 milioni di euro per l’estensione di una linea della metropolitana di Parigi fino all’aeroporto di Orly.

L’ultimo lavoro in Francia per l’azienda italiana risale agli anni 90, quando Salini realizzò il completamento della sezione della metro Est-Ouest Liaison Express. Ma, soprattutto, quest’operazione rappresenta l’ingresso della società nel Grand Paris Express, il titanico progetto da 200 chilometri di rete che entro il 2030 rivoluzionerà la mobilità di Parigi e della sua vasta periferia. Il Grand Paris Express, il progetto di realizzazione di una rete metropolitana esterna alla città dal costo di circa 30 miliardi di euro, è la naturale evoluzione della metro parigina prima (inaugurata nel 1900) e della Rer poi (il treno regionale che collega il centro della città con le aree esterne).

Il contratto è stato assegnato da La Re’gie autonome des transports parisiens (Ratp) consentendo a Salini, in joint venture con Nouvelles Ge’ne’rations d’Entrepreneurs (Nge), di occuparsi di una delle quattro sezioni, parte dell’estensione della Linea 14 Sud lunga 14 km, che permetterà il collegamento all’aeroporto. All’interno del Lotto GC04, il gruppo italiano e Nge effettueranno gli scavi di una galleria lunga 4,1 chilometri, che dalla stazione di Pont de Rungis raggiungerà una nuova stazione presso lo scalo aeroportuale. Il termine previsto dei lavori è entro cinque anni circa.

Dalla società spiegano che Salini possiede nel settore metro un know how unico acquisito con la realizzazione delle più complesse linee metropolitane da New York a San Pietroburgo. Il progetto di Parigi si aggiunge alle sette linee metropolitane che il gruppo sta realizzando oggi in 4 continenti. Oltre al nuovo progetto del Grand Paris Express, il gruppo è infatti impegnato al momento nella realizzazione della Metro di Doha in Qatar e della metropolitana di Riyadh in Arabia Saudita in Medio Oriente, della Sydney Metro Northwest in Australia, della linea 2 e 4 della metro di Lima in Perù e, in Europa, del progetto Cityringen a Copenaghen, della metro di Salonicco in Grecia e della Linea 4 a Milano in Italia.

Senza considerare il recente ingresso del gruppo in Oman (qui il focus sul business in Oriente di Salini), con un contratto del valore di 100 milioni di dollari per un impianto di dissalazione da realizzare in joint venture, partecipata al 51% da Fisia, con la società Abengoa per il cliente Acwa Power (Arabia Saudita), insieme agli altri due colossi, Veolia e Dhofar International. Il dissalatore fornirà acqua potabile alla città di Salalah, nel sud ovest del Paese. Per la controllata Salini si tratta del secondo colpo nel Golfo, visto ad aprile Fisia ha finto una commessa da 255 milioni di dollari assegnatale ad aprile, per la realizzazione di un altro impianto di dissalazione, in Arabia Saudita.

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