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Il fondo Elliott alle grandi manovre in Tim. Ecco le mosse (e contromosse)

Vincent Bolloré

Il fondo americano Elliott scopre le carte su Tim e cala gli assi in vista dell’assemblea del 24 aprile, quando proverà a fare fronte comune, insieme agli fondi azionisti di Tim, contro Vivendi, attuale socio di riferimento. Questa mattina il fondo guidato dallo statunitense Paul Singer ha presentato ufficialmente la richiesta di integrazione all’ordine del giorno dell’assise convocata il 24 aprile prossimo, contenente la proposta di sostituire sei membri dell’attuale board, pur lasciando Amos Genish in veste di ceo. Una mossa arrivata a due settimane dal blitz di Elliott (qui lo speciale di Formiche.net) nel capitale Tim, che ha portato il fondo al 2,5%, soglia che consente la richiesta di integrazioni agli ordini delle assemblee.

GLI ASSI DI ELLIOTT

Nel documento Elliott chiede la revoca di sei amministratori e la contestuale nomina di altrettanti. L’elenco dei consiglieri che Elliott chiede di revocare si compone del presidente Arnaud de Puyfontaine (che è anche l’amministratore delegato di Vivendi e che secondo alcuni rumors sarebbe già pronto al passo indietro), con Hervé Philippe, Frédéric Crépin (altri due manager del gruppo francese), Giuseppe Recchi (vicepresidente, ex presidente dell’allora Telecom), Félicité Herzog e Anna Jones. In loro sostituzione, il fondo di Singer propone Fulvio Conti e Luigi Gubitosi (per i quali non si prevederebbero incarichi operativi, conti con ogni probabilità sarà presidnete), con Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti (ex Ansaldo Sts, nel cda di Terna), Dante Roscini e Rocco Sabelli.

CONTI E GUBITOSI IN TIM

Tra tutti i nomi spiccano sicuramente quelli di Conti e Gubitosi. Il primo ha già avuto un passato nell’allora Telecom, tra il 1998 e il 1999, in veste di direttore generale per poi passare in Enel prima come cfo, poi come direttore generale e ad del gruppo elettrico. Prima ancora, nel 1996 Conti, classe 1947, aveva lavorato alle Ferrovie. Gubitosi invece viene anch’esso dalle tlc visto che è stato ad di Wind e poi di Ray Way, che ha portato in Borsa nel 2014 . Ma soprattutto il manager napoletano ha ricoperto la carica di direttore generale della Rai, fino al 2015 per poi prendere il comando, insieme ai commissari Stefano Paleari ed Enrico Laghi di Alitalia, che sta attualmente gestendo in vista della cessione.

LO SCENARIO

Adesso c’è da capire se e come Vivendi studierà contromosse. Il gruppo del finanziere bretone Vincent Bollorè (nella foto) aveva inizialmente pensato di far decadere anzitempo i consiglieri di sua espressione. Scelta su cui Bollorè starebbe ancora meditando. Certo è che Elliott può contare sull’effetto leva degli investitori esteri, che insieme rappresentano il 58% del capitale. Ieri un portavoce di Vivendi ha indicato che de Puyfontaine è pronto a sospendere le sue funzioni esecutive in Tim “nel mentre” del dibattito sulla strategia da adottare per l’operatore. “Vivendi sostiene Telecom Italia nel suo piano strategico che crea valore a medio e lungo termine”, ha spiegato il portavoce all’Afp. “Per quanto riguarda qualsiasi azionista sensibile al valore dei suoi investimenti, Vivendi sarà anche disposto, se necessario, a supportare una strategia che aumenti il prezzo del titolo Telecom Italia nel breve termine. Come sempre, saranno i soci a decidere”, ha spiegato il portavoce.

CHE COSA VUOLE ELLIOTT

Intanto cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sulle motivazioni che hanno spinto il fondo Usa a proporre un ricambio nel board. “Critiche di management e non critiche al management”, spiegano fonti vicine a Elliott. I rilievi quindi riguardano l’indipendenza del management e non il management in sè. Da qui anche la decisione di non introdurre (per il momento) il nome di Genish, tra i sei che si intendono revocare. Tra gli obiettivi che il fondo si sarebbe invece posto, oltre alla governance, il pagamento del dividendo già da quest’anno, la conversione delle azioni di risparmio e il de-consolidamento della rete.

LA BORSA BRINDA

Di sicuro, almeno per ora, la Borsa sembra apprezzare l’uscita alla luce del sole di Elliott. Il titolo Tim, non appena diffusa la nota, accelera il passo in Borsa portandosi in rialzo del 3%.

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