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La guerra delle opposte propagande in Siria e la guida di Papa Francesco

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Intossicati dai gas in Siria, intossicati dalle propagande nel resto del mondo, la confusione dilaga davanti alla tragedia siriana, entrata nell’ottavo anno di conflitto dove le armi chimiche sono state usate tante volte ma molti si ostinano da negare che all’agenzia dell’Onu che si occupa di armi chimiche siano stati fatti importantissimi passi avanti. A cominciare dal 2013, il grande massacro chimico della Ghouta: quei gas era compatibili con i componenti chimici in dotazione all’esercito siriano. Poi a Khan Shaykoun, dove le armi chimiche si è appurato che furono usate fattivamente dall’esercito siriano, poi ad Aleppo, dove è Amnesty International ad aver fornito una mappatura dettagliata dell’uso del cloro da parte dell’esercito siriano durante l’assedio. A Douma? Vista così, in questa quadro, è più difficile dubitare che esistano le prove di cui ha parlato il presidente francese, Macron. Ma non possiamo dire di più.

Prima di parlare del perché di questi orrori è importante uscire dal tunnel delle propagande. La responsabilità madre va attribuita agli americani, che con F. D. Roosevelt ebbero il coraggio di allearsi con i sauditi, sostenuti da quegli ulema wahhabiti con cui avevano stretto un patto di ferro da molto tempo. Soprattutto i wahhabiti vennero percepiti come una peste dal Sultano ottomano di inizio Ottocento, che scatenò contro di loro la guerra che si concluse con la loro sconfitta nel 1818. Avvelenano i pozzi dell’islam, pensavano alla Sublime Porte, soprattutto quando i wahhabiti distrussero il mausoleo sciita dell’imam Hussein, figlio del califfo Ali. La sconfitta dei wahhabiti fu rovinosa. Ma dopo la fine dell’Impero Ottomano nessuno si sarebbe preoccupato di preservare i pozzi islamici dalla minaccia delle eresie. Dopo il patto con Washington il destino dei saudita e dei wahhabiti migliorò non di poco. Origina qui l’illusione di molti di poter trovare solo qui l’origine del terrorismo religiosamente ispirato. E invece non è così.

Anche Mosca ha il suo peccato originale: contro Washington e Riad l’imperialismo sovietico si è sempre basato su generali golpisti che avevano conquistato con la loro eresia laica le capitali del fronte laico, Il Cairo, Damasco, Baghdad. Ovunque il sistema laico è durato un attimo, il fondatore del partito laico panarabista, Aflaq, addirittura cacciato, i suoi perseguitati. Ecco perché è morto in esilio, a Parigi. I golpe militari che hanno portato al potere militari capaci di tutto, erano un’eresia per questo campo tanto grave quante grave era l’eresia wahhabita per il campo islamico. Saddam Hussein è stato a lungo il titolare dell’eresia irachena, gli Assad di quella siriana. Il primo massacro chimico della storia mediorientale è attribuibile a Saddam, le sue vittime i curdi. Siccome Saddam lottava contro l’Iran gli Stati Uniti lo guardarono con compiacenza in quella circostanza. Ma quando Assad massacrò i palestinesi in Libano lo guardarono con grande compiacenza i russi. Senza rifare tutta la storia dei massacri dei palestinesi in Libano con la copertura siriana, a cominciare dal 1978, è bene ricordare che gli autori materiali di tutti questi massacri sono stati cristiani, con Elie Hobeika, il principale responsabile del massacro di Sabra e Chatila, imposto come ministro del Libano post-bellico proprio da Hafez el Assad. Per gli Assad la Siria non ha i confini che noi conosciamo, ma quelli della Grande Siria, quindi comprende il Libano, Israele, Palestina, Giordania, tutti stati che per gli Assad non esistono.

Le propagande non tengono conto di tanti orrori, di cui gli opposti imperialismi sono responsabili, e dimenticano che oggi c’è un altro imperialismo che emerge, anch’esso figlio di un’eresia, quella khomeinista. Il golpe con cui i khomeinisti si sono presi la rivoluzione iraniana è famoso, la cattura degli ostaggi all’ambasciata americana, ma quella rivoluzione non era teocratica, come il khomeinismo. Ora si vuole esportare la teocrazia khomeinista fino alle sponde del Mediterraneo, inglobando in questo impero teocratico Iraq, Siria, Libano. Strano che regimi laici siano alleati di un progetto imperiale teocratico, no?

Non c’è traccia di laicità nel regime militare e nazisteggiante di Assad, non c’è traccia di islam in quello saudita, che ha già rovinato l’Islam riempiendo il mondo di imam wahhabiti, tutti sostenuti dai petrodollari di Riad.

Le Chiese d’oriente, per tradizione cesaropapiste, non possono che difendere tutti i governi con i quali hanno a che fare, proprio per il loro cesaropapismo e per la loro consapevolezza che Putin, come gli zar, ambisce a presentarsi come il protettore dei cristiani in quelle terre. Non a caso tutti questi patriarchi non hanno speso una parola per i martiri cristiani uccisi da Assad e Hezbollah per le strade di Beirut dopo l’assassinio di Hariri. Quei cristiani erano autorevoli intellettuali, grandi editori, leader dal passato comunista e così via, ma non erano di cultura cesaropapista. Per questo il loro martirio è caduto nel silenzio.

Solo Papa Francesco ha spezzato queste propagande, tutte. Sostenendo le ragioni di chi è andato a picco, sotto la violenza di tutti i satrapi mediorientali, di qualsiasi religione o etnia sia, a me sembra che oggi sia la sola speranza per gli arabi, insorti contro i wahhabiti e i generali che hanno derubato i loro paesi di ogni ricchezza e di ogni diritto. Ma chi rimane all’ombra delle propagande difficilmente può vederlo.

In Siria i massacri chimici dipendono dalla mancanza di soldati per l’esercito di Assad. Non ha soldati perché i siriani si rifiutano di servirlo, solo i miliziani se sconfitti possono andare a rinforzare le sue milizie. Se guardassimo anche alla tragedia dello Yemen potremmo vedere un racconto simile, ma a parti capovolte. Ma le propagande lo nascondono, solo Papa Francesco può portarci oltre.

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