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Così Jeff Bezos punta sul turismo spaziale

Si sta per aprire l’epoca del turismo spaziale. È stata testata con successo la Crew Capsule 2.0 di Blue Origin, l’azienda che fa capo al fondatore di Amazon Jeff Bezos e che ha l’ambizione di far diventare presto una realtà i viaggi turistici oltre l’atmosfera.

A bordo di un razzo riutilizzabile New Shepard, la capsula panoramica (già testata lo scorso dicembre) è partita dal sito di lancio della compagnia, in Texas, per poi raggiungere i 107 chilometri di altezza e tornare, dopo un volo di dieci minuti, delicatamente a terra grazie ai tre ampi paracadute. A bordo c’era Skywalker, il manichino che ha preso in prestito il nome del protagonista di Guerra stellari, con una campagna mediatica del tutto simile a quella utilizzata da un altro miliardario con lo sghiribizzo dello spazio, Elon Musk, che a inizio febbraio ha spedito il malcapitato Starman verso Marte a bordo di una Tesla rossa.

Se per la nuova versione della Crew Capsule (dotata di più ampie finestre) si è trattato del secondo test, per il razzo New Shepard è stato l’ottavo lancio condotto da Blue Origin dal debutto nel 2015. Il vettore ha trasportato il payload oltre i 105 chilometri di altezza, per poi separarsi, accendere il motore BE-3, e tornare indietro nell’atmosfera frenando la propria caduta controllataPoco prima di toccare il suolo, ha aperto i quattro piedi e, a circa 7 minuti dal decollo, si è posato sulla piattaforma di atterraggio designata, a circa 3 chilometri dal punto di lancio.

Oltre a Skywalker, a bordo della capsula c’erano anche alcuni payload scientifici, tre dei quali provenienti da università tedesche, finanziati dall’agenzia spaziale di Germania (DLR). C’era poi un payload del Johnson Space Center della Nasa, utilizzato per monitorare le condizioni ambientali a bordo, e uno di Solstar (azienda del New Mexico) per verificare le comunicazioni wireless sulla navicella. Dato il successo di questo test, alcuni esperti indicano il 2019 come anno per il primo volo con passeggeri. La capsula ne può contenere fino a sei ed è pensata per il turismo spaziale, ma anche per ricerche scientifiche.


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