Se non ci sono svolte particolari, il 19 aprile i cubani avranno un nuovo presidente. L’unica vera novità: per la prima volta in 60 anni, alla presidenza di Cuba non ci sarà un membro della famiglia Castro, leader della rivoluzione del 1959. Questa volta, il favorito per la guida del Paese latino-americano è un giovane comunista, fedele al regime castrista, ma senza legami di sangue con i Castro.
LEADER SENZA VOTI
L’attuale presidente cubano, Raúl Castro, ha promesso di ritirarsi alla vita privata il 19 aprile per dare spazio a una nuova generazione politica a Cuba. Secondo gli analisti il futuro presidente cubano si chiama Miguel Díaz-Canel ed è vicepresidente e numero due del regime cubano.
Il quotidiano El Nuevo Herald di Miami sottolinea un paradosso nella novità dello scenario politico cubano: “Se Díaz-Canel, il candidato più visibile fino ad ora, diventa effettivamente il nuovo capo del governo, saremmo davanti ad un fatto insolito: il suo cammino alla presidenza sarà sostenuto da meno dell’1% dei voti degli 8,6 milioni di elettori”.
IL SISTEMA ELETTORALE CUBANO
Lo scorso 11 marzo si sono svolte le elezioni per il Parlamento cubano. I deputati si insedieranno il 19 aprile, quando sarà nominato il capo di Stato e di governo. La Costituzione cubana stabilisce che il presidente deve essere eletto tra i parlamentari, ma solo gli elettori del distretto numero tre della città di Santa Clara, dove si è presentato Díaz-Canel, sono riusciti a votare direttamente per il presidente.
In un’intervista al quotidiano statale cubano Granma, José Luis Toledo Santander, presidente della Commissione di Affari Costituzionali e Giuridici del Parlamento cubano, ha spiegato che Cuba non è l’unico Paese dove si sceglie il capo dello Stato in elezioni di secondo grado: “Ci sono molti Paese che hanno questo tipo di elezione, che non limita legittimità e garanzia democratica”.
Il governo cubano non pubblica le cifre ufficiali di voti per distretto né il numero di voti per ogni deputato. Secondo un conteggio approssimativo, nel municipio di Santa Clara ci sono 208.506 persone con più di 14 anni (censimento del 2016). “Con il 92,85% dei voti validi, Díaz-Canel è stato scelto da 39.305 residenti di Santa Clara, ovvero lo 0,45% degli elettori cubani”, si legge sul Nuevo Herald.
GIOVANE FEDELE DEL COMUNISMO
Nato il 20 aprile del 1960 a Placetas, provincia di Villa Clara, Díaz-Canel è sempre stato fedele al regime. Negli anni ’80 militava nell’Unione di Giovani Comunisti; dal 1994 al 2003 è stato segretario del Partito Comunista a Villa Clara, dove si è guadagnato la stima degli abitanti grazie al suo stile moderno e rock.
Díaz-Canel si è laureato in Ingegneria elettronica ed è noto per la sua discreta e paziente carriera all’interno del governo cubano.
Dalla leadership di provincia è diventato parlamentare nel 2003. Nel 2009 Raúl Castro lo nominò ministro dell’Istruzione e nel 2012 vicepresidente del Consiglio di ministri. Secondo l’attuale presidente cubano il suo delfino non è opportunista né improvvisato. Il fratello di Fidel Castro ha sempre dichiarato che stima la sobrietà e lealtà di Díaz-Canel.
Le potenziali riforme del nuovo presidente restano un’incognita che si svelerà molto presto: il primo anno di governo Díaz-Canel dovrà fare fronte all’unificazione della moneta cubana e rilanciare le concessioni di piccole e medie imprese con una nuova legge.
Nora Gámez Torres, esperta di Cuba del quotidiano americano Miami Herald, ha detto che “per arrivare dov’è, Díaz-Canel ha dovuto rispettare le regole del regime. E lui è stato molto bravo in questo. Tuttavia, si sa molto poco di cosa pensa veramente e di che cosa sarà capace”.