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​Cina e Stati Uniti fanno la pace commerciale. Non ditelo a Bruxelles​

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La Cina e gli Stati Uniti fanno sapere che cesseranno di imporre tariffe punitive reciproche sulle importazioni, mettendo “in attesa” una possibile guerra commerciale.

L’accordo è arrivato dopo che gli Stati Uniti hanno ospitato a Washington colloqui tra due delegazioni sino-americane di alto livello, incontri organizzati con l’obiettivo di persuadere la Cina ad acquistare più beni e servizi statunitensi, riducendo quindi lo squilibrio commerciale tra i due Paesi.

Il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha detto che la Cina è disponibile ad abbassare le tariffe commerciali “su molte cose”, senza ancora specificare quali. La situazione, per mesi caratterizzata da confronti aspri, nelle ultime due settimane stava prendendo una via più dialogante, proiettandoci verso un compromesso.

Mnuchin ha dichiarato a Fox News: “Stiamo mettendo fine alla guerra commerciale, in questo momento abbiamo acconsentito a mettere le tariffe in attesa mentre tentiamo di eseguire il quadro” dell’accordo.

Ha detto che il ministro del commercio Wilbur Ross si recherà presto in Cina, apparentemente per lavorare sui dettagli. Il vice premier cinese Liu ha descritto l’accordo come una “scelta vincente”.​ ​Washington ​rassicura intanto che la mossa “ridurrà sostanzialmente” il deficit commerciale annuale sofferto con Pechino, al momento pari a 335 miliardi. Non sono state diffuse cifre — ma è noto che la Casa Bianca punta a una riduzione di 200 miliardi.

Entrambi i Paesi avevano imposto tariffe alle rispettive importazioni, misure aggressive e minacciose, più che altro volte a creare pressioni reciproche sui negoziati in corso. Il senso politico della partita a scacchi sta, per esempio, nel fatto che quelle tariffazioni progettate ancora non erano state implementate.

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva minacciato di imporre tariffe fino a 150 miliardi di dollari di merci cinesi, sostenendo che con quelle avrebbe voluto persuadere la Cina a porre fine a ciò che definisce il furto della proprietà intellettuale americana (come la tecnologia e il copyright).

Gli Stati Uniti hanno anche già annunciato tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio. I Paesi che rappresentano la maggior parte di tali importazioni (gli europei, per dire) sono stati esentati, ma la Cina non è tra questi. Pechino aveva minacciato ritorsioni uguali, comprese le tariffe su un certo numero di importazioni statunitensi, tra cui aerei, soia, automobili, maiale, vino, frutta e noci.​ Ora nel mezzo resta solo Bruxelles.



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