I mercati, le mani avanti, le hanno già messe qualche giorno fa. Al configurarsi di un governo a trazione Lega-Cinque Stelle, la Borsa ha risposto con una fragorosa caduta e lo spread, a modo suo, impennandosi (qui lo speciale di Formiche.net). Poi è arrivato il turno delle agenzie di rating, come Fitch, che ha rivelato al mondo le sue perplessità sulle chanches di Matteo Salvini e Luigi Di Maio di rimanere dentro i binari europei. Al terzo livello, gli editorialisti finanziari di mezzo mondo, dal Financial Times a Bloomberg (qui il focus), con i dubbi sulla possibilità di mantenere il debito sottoscritto dai risparmiatori sotto controllo. Mancava solo la politica, quella europea, ufficiale o ufficiosa, che alla fine ha scoperto le carte sulla situazione politica in Italia.
A Bruxelles il governo giallo-verde non piace nemmeno un po’. Altrimenti non si spiegherebbe il peso di certe affermazioni, come quella in cui si dice apertis verbis che se qualcuno inizierà a tagliare con l’accetta il rating italiano, Roma rischierà di dire addio anzitempo al programma Qe della Bce, che consente l’acquisto di debito italiano a mezzo titoli pubblici. In altre parole, se Standard&Poor’s o Moody’s o la stessa Fitch, dovessero improvvisamente cambiare idea sulla sostenibilità dei conti italiani, il governo si ritroverebbe dal giorno alla notte privo di un investitore istituzionale del calibro della Bce disposto ad accollarsi parte del debito tricolore.
Che cosa avrebbero detto a Bruxelles, secondo alcune fonti Ue contattate dall’Agi? Semplice, che l’Italia corre il rischio di vedersi tagliare l’accesso al Quantitative Easing della Banca Centrale Europea, se le agenzie di rating dovessero tagliare al nostro Paese il rating sotto il livello “investment-grade” (quando cioè un Paese è ancora affidabile e sicuro per chi vi investe, ndr) a causa di dubbi sulla sostenibilità del debito per le misure contenute programma di Movimento 5 Stelle e Lega.
“I titoli italiani oggi sono in ripresa”, viene detto, ma l’andamento degli scorsi giorni e l’avvertimento lanciato da Fitch fa “vedere dove c’è il rischio”. Le regole del Quantitative Easing escludono infatti gli acquisti di titoli sotto il livello di investment grade. Nell’ambito del Qe, la Bce non sta per esempio comprando titoli della Grecia e di Cipro proprio perché i loro rating sono sotto il grado investimento. C’è poi chi come Valdis Dombrovskis, vicepresidente della commissione Ue, lancia moniti più morbidi al governo giallo-verde, ma non per questo meno privi di un messaggio di fondo. “In linea generale la commissione europea non interferisce nelle politiche nazionali. Tuttavia attribuiamo una grande importanza al fatto che il governo italiano mantenga la rotta e persegua una politica di bilancio responsabile”.
La sensazione è nonostante l’esecutivo debba ancora nascere, sull’Italia si stia stringendo un cerchio di pessimismo, a suon di moniti, che potrebbe alla fine anche avere un certo peso sulle decisioni di Sergio Mattarella, chiamato a dire la sua sul premier designato, Giuseppe Conte. La prova è anche nel tweet del ministro francese Nathalie Loiseau. “La Francia lavorerà con il governo italiano con attenzione per il rispetto del risultato delle elezioni italiane, degli impegni presi da tutti nella Ue e nella zona euro e dei valori fondamentali della Ue”.