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Grillo come Salvini. Uniti nel nome di Putin

Salvini l’ha sempre detto: appena giunti al governo le sanzioni alla Russia saranno la prima cosa a saltare. E il leader del Carroccio non ha dovuto fare molta fatica a convincere il fronte dei Cinque Stelle su una delle questioni su cui il Movimento ha sempre posto la sua attenzione considerando il Paese di Putin un partner strategico per l’Italia. Tanto che nel contratto di governo di Lega e Movimento 5 Stelle in via di definizione sarebbe prevista la loro immediata revoca. Se poi ci si mette pure Beppe Grillo, ecco che si chiude il cerchio.

Solo che il comico genovese per quanto ci risulta forse deve essersi fatto male i conti quando dice che “l’antiputinismo ci costa miliardi in sanzioni”. Che cosa pensi del Presidente russo Vladimir Putin? “È certamente una persona che ha idee chiare. Non temo affatto Putin. La Russia vuole fare commercio, non la guerra”, ha risposto intervistato da Newsweek.

I dati però parlano di ben altri numeri. E Formiche.net li ha riportati nero su bianco: le reali perdite economiche dovute alle sanzioni contro la Russia sono minime se si consultano i dati ufficiali statistici italiani”. A spiegarlo sul nostro sito è stato l’ambasciatore ucraino Yevhen Perelygin aggiungendo che le sanzioni introdotte hanno colpito in modo chiaro e preciso i responsabili dell’attacco all’Ucraina, le imprese del settore militare-industriale e le strutture connesse, gli operatori commerciali di armamenti, i particolari prodotti e le tecnologie a doppio uso ecc. Le perdite subite dalle imprese italiane sarebbero invece dovute alle cosiddette “controsanzioni”, introdotte proprio dalla Russia. Esse toccano 55 gruppi del settore agroalimentare e l’export italiano delle merci corrispondenti a queste posizioni nell’anno 2013 (ancora prima delle sanzioni) ammontava a 202,7 milioni di euro. Somme certamente non trascurabili, ma lontane dai miliardi evocati da Grillo a da una parte di stampa.

E a mettere in guardia nei confronti dei rischi connessi all’eliminazione delle sanzioni, e della rottura fronte occidentale a sostegno del diritto internazionale e della sovranità ucraina è stato ieri Piero Fassino secondo il quale “una decisione così delicata possa essere proposta come immediata, unilaterale e incondizionata è cosa che non potrà che suscitare sconcerto e preoccupazione nelle cancellerie di mezzo mondo”, ha spiegato Fassino.


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