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Ambiente, perché l’auto elettrica (da sola) non basta

Di Péter Ilyés

La sostenibilità è al centro delle politiche energetiche nazionali e internazionali. In Italia possiamo fare riferimento alla linea tracciata dalla Strategia energetica nazionale (Sen), che impone un impegno deciso e rapido per raggiungere ambiziosi obiettivi al 2030. Occorre agire celermente: dobbiamo pensare a come centrare gli obiettivi e non a cambiarli e la chiave per farlo risiede nel coinvolgimento dei consumatori in questa sfida, che potrà essere vinta solo se si saprà diffondere un uso consapevole dell’energia.

Iniziative come la Giornata contro gli sprechi del 13 dicembre, o la campagna #odiamoglisprechi, ad esempio, possono rappresentare occasioni preziose per trasmettere un messaggio di sostenibilità. Al momento il 65% dei clienti italiani sostiene di non essere interessato a impegnarsi nell’energia. Un atteggiamento che può cambiare, pur in presenza di oneri e tasse che rappresentano oltre la metà della bolletta. Infatti, è la sostenibilità ambientale e non il prezzo il principale fattore per mutare il comportamento dei consumatori, che possono capire sia il valore della tecnologia sia dell’efficienza e delle fonti rinnovabili.

La sostenibilità non deriva solo dallo sviluppo tecnologico: le piccole cose possono contribuire molto. Il comportamento pro-ambiente coinvolge infatti diversi rami, dall’offerta trasparente dei servizi digitali alla bolletta dematerializzata, alla compensazione delle emissioni grazie alla piantumazione degli alberi. Lo stesso vale nell’ambito della mobilità.

Non basta, infatti, promuovere l’acquisto dell’auto elettrica, ma occorre sviluppare infrastrutture – favorendo l’interoperabilità dei punti di ricarica – e sistemi interconnessi tra trasporto pubblico e privato. Ma l’urgenza primaria è velocizzare l’attuazione della Sen. Di recente è stato varato il Dm energivori; vi è però la necessità che il riconoscimento di benefici tanto importanti sia vincolato al concreto impegno, da parte delle aziende, a investire in interventi di efficientamento energetico e ad adottare modelli virtuosi di risparmio.

In pratica, si dovrebbe stabilire un’opportuna correlazione tra il riconoscimento degli sconti e l’effettivo contributo delle singole aziende al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni: così si crea un win-win per imprese e società.

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