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Basta polemiche, Italia e Tunisia lavorino unite contro i trafficanti di uomini. Parla Ben Mohamed

Pace fatta, o così pare. A gettare acqua sul fuoco dopo le dichiarazioni del neoministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha accusato la Tunisia di esportare “galeotti” sulle coste italiane, ci pensa Imen Ben Mohamed, deputata del partito islamista Ennhada, ora al governo in una coalizione con il partito laico Nidaa Tounes. “Non ci sarà nessuno scontro diplomatico” rassicura ai microfoni di Formiche.net. “Il rapporto fra Italia e Tunisia è molto più grande di questo incidente. L’Italia è il nostro primo partner commerciale, nell’ultimo anno ha addirittura superato la Francia”.

Certo, le dichiarazioni di Salvini hanno lasciato sgomento il governo tunisino. Quantomeno per le tempistiche, non ci si aspettava un attacco diretto a pochi giorni dal giuramento. “Siamo rimasti colpiti, è vero. Ma l’ambasciatore italiano, convocato dal nostro ministro degli Esteri, ha chiarito che la dichiarazione di Salvini è stata mal interpretata”.

Per di più, l’affondo del segretario della Lega è giunto poco prima che al largo delle coste tunisine un barcone con a bordo 180 persone colasse a picco nelle acque del Mediterraneo. Il bilancio è ancora precario, i morti sono più di cinquanta e i soccorritori cercano ancora i corpi. Sull’imbarcazione erano presenti decine di tunisini. “È stata una giornata nera nel nostro Paese” ci spiega Ben Mohamed con tono grave, “questo dimostra che l’immigrazione clandestina è un dramma anche e soprattutto per la Tunisia”. Oggi la giovane deputata ha preso parte all’assemblea plenaria. All’ordine del giorno, oltre al cordoglio per le vittime, è stata messa una riflessione per rilanciare la lotta ai trafficanti di uomini.

“Ultimamente abbiamo irrigidito le misure contro queste persone, e aumentato i controlli alla frontiera della Difesa tunisina. Ma non basta intervenire sugli effetti, bisogna arrivare alla radice del problema”. Per farlo non serve spostarsi molto lontano da Tunisi. Il bilancio dell’ultima tragedia in mare dimostra che la Tunisia paga un prezzo altissimo per i viaggi della speranza. “Siamo una meta di passaggio e di partenza, ma anche di arrivo. Purtroppo il malcontento sociale nel Paese spinge alcuni tunisini a cercare fortuna in Europa. Con il governo stiamo valutando misure per intervenire sull’economia delle aree centrali e meridionali, dove la disoccupazione è più alta”.

Non è dunque il tempo di polemiche, Tunisi cerca semmai supporto dagli amici italiani. E chiede fiducia, non a torto. In una regione gravemente destabilizzata come il Nord Africa la Tunisia rimane uno dei pochi baluardi di stabilità e democrazia. “Dobbiamo assolutamente continuare il programma di cooperazione con il ministero dell’Interno italiano iniziato con Alfano e continuato con Minniti” afferma Ben Mohamed fiduciosa, “Italia e Tunisia devono lavorare insieme per evitare queste tragedie”.

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