Danilo Toninelli è l’uomo delle Riforme del Movimento 5 Stelle. O forse lo era, visto che da oggi sarà il titolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Una mossa inaspettata, in quanto siederà sulla poltrona che a lungo si riteneva sarebbe andata alla collega Laura Castelli. (GUARDA LA GALLERY)
LA CARRIERA
Classe 1974, nato a Soresina in provincia di Cremona, un diploma al liceo scientifico di Manerbio e una laurea in Giurisprudenza a Brescia. Ha fatto l’ufficiale di complemento nei Carabinieri, e prima di essere eletto deputato è stato impiegato per una compagnia assicurativa. Il suo percorso all’interno del movimento di Beppe Grillo è stato un crescendo. Ma con le infrastrutture, a guardare il suo curriculum, sembra aver avuto ben poco a che fare. E a sottolinearlo sono in molti.
IL PERCORSO NEL MOVIMENTO
Parlamentare al secondo mandato, nella precedente legislatura è stato membro della Giunta per il regolamento, e uomo chiave dei Cinque Stelle in commissione Affari costituzionali di Montecitorio, di cui è stato vicepresidente. Eletto quest’anno in Lombardia passa al Senato dove è oggi il capogruppo del M5s. Ruolo che nelle ultime settimane l’ha visto di fianco a Luigi Di Maio nelle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo.
Presentando se stesso sulla piattaforma Rosseau proponendosi per la candidatura al Senato ha detto: “Posso dire orgogliosamente di aver partecipato in prima linea, prima in Commissione e in Aula e poi tra la gente e nelle piazze, alla battaglia contro la riforma Renzi-Boschi e alla storica e fondamentale vittoria del 4 dicembre”.
LE PRIME PAROLE DA MINISTRO
“Finalmente nasce il Governo del cambiamento. Sarà una grandissima sfida in cui daremo tutto noi stessi, senza mollare mai. Grazie a tutti coloro che ci sono stati accanto in questi anni. Grazie a Maruska che, per prima, ha accettato questo mio impegno senza battere ciglio. Grazie a Beppe per il miracolo che ha fatto. Grazie a Gianroberto, che di certo aveva già previsto tutto! E grazie Luigi per l’immenso lavoro e il grande risultato ottenuto. Ora tocca a noi e faremo di tutto per non deludervi. Forza!”, ha scritto ieri sera dopo la lettura della lista dei ministri.
I DOSSIER SUL TAVOLO
Sono tanti a tratti incandescenti. Li ha messi in ordine il Sole 24 ore: “Proroghe delle concessioni autostradali (tra le quali Autostrade per l’Italia), indagini della commissione europea sulle emissioni delle auto Fca e sulle tasse da far pagare alle autorità portuali, mega bandi della Torino-Lione in arrivo a luglio, contratto di programma Rfi da approvare, fondo investimenti da sbloccare (quota 2017) e da assegnare (quota 2018)”.
LE PREOCCUPAZIONI
In una lettera aperta al nuovo referente del ministero delle Infrastrutture, Ingenio, la testata di informazione tecnica e progettuale, ha espresso preoccupazione per la sua inesperienza nel settore. “Su Google inserendo le parole chiave Danilo Toninelli Infrastrutture nelle prime 10 pagine non troviamo nessuna notizia. E la nostra preoccupazione Signor Ministro è accentuata dalla conoscenza del Global Infrastructure Outlook del 2017, che riguarda 50 nazioni e 7 settori industriali e che evidenzia come l’Italia abbia oltre 10 miliardi di Gap all’anno per l’Italia”.
L’editore della testata, l’ingegnere Andrea Dari ricorda che il rapporto, “sottolinea due forti carenze, la prima sulle ferrovie. Siamo molto preoccupati quindi nel vedere a capo del Ministero delle Infrastrutture il rappresentante di un Movimento Politico che sostiene che il corridoio V Lisbona – Kiev, ossia che congiunge uno dei più grandi porti del mondo alla Capitale dell’Ucraina attraversando mezza Europa debba fermarsi al confine con la Francia … e forse riprendere dopo Trieste. Peraltro abbiamo visto la stessa posizione sul cosiddetto terzo valico, che congiunge Genova e Milano. E questo ci preoccupa perché il rapporto di cui sopra parla dell’importanza dei porti, ma sappiamo che uno dei principali problemi del porto di Genova è proprio il livello dei collegamenti con il resto dell’Europa. E ci pare che siate contrari anche alla linea AV tra Bari e Napoli. E siamo molto preoccupati ne vedere che il Movimento da cui proviene non ha messo neanche un punto del proprio programma sul tema delle infrastrutture, se non il principio del zero consumo di suolo”.
Di cosa si occuperà quindi ministro? “Solo di manutenzione (seppur importante) e l’obiettivo sarà quello di far diventare il MIT un ministero senza portafoglio?”, si legge su Ingenio che conclude però speranzoso: “Ma abbiamo una speranza: che possa stupirci facendo leva su qualità non tecniche ma umane, che le possano permettere di far prevalere l’interesse per lo sviluppo del Paese – di cui le infrastrutture sono elemento essenziali e strategico – sulle dichiarazioni e proclami di persone che mai hanno approfondito in modo serio un argomento tanto delicato. Ecco perché sarà importante la scelta dei collaboratori”.
I SUGGERIMENTI
Ma c’è chi ridimensiona, come il governatore ligure, Giovanni Toti, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano una valutazione del nuovo ministro pentastellato alle Infrastrutture in ottica dello sviluppo delle grandi opere che interessano Genova e la regione: “Danilo Toninelli ministro delle Infrastrutture non mi fa particolarmente paura. Mi auguro che abbia la sensibilità che occorre per dare quella competitività a un Paese che deve tornare a crescere un po’ di più di quanto stia facendo adesso. Mi auguro che un ministro alle Infrastrutture sappia che cosa serve al Paese, giudicheremo da quello che farà”.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando con i cronisti, in riferimento ai nuovi ministri del governo Lega-M5S, in particolare al titolare del dicastero, Danilo Toninelli ha dichiarato che sul tema delle infrastrutture “quello che c’è da fare secondo me è molto semplice: rispettare i dettami del patto per Milano, in particolare il finanziamento della metropolitana verso Monza”.