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Eni corre in Africa e fa un altro centro con l’Angola

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L’esplorazione corre in casa Eni. E corre soprattutto in Africa. Il Cane a sei zampe ha appena annunciato una nuova scoperta a olio nel prospetto esplorativo Kalimba, situato nel Blocco 15/06 nelle acque profonde dell’offshore dell’Angola, in Africa. La capacità del giacimento appena individuato dal gruppo guidato da Claudio Descalzi (nella foto) è stimata contenere tra i 230 e 300 milioni di barili di olio in posto.

Scendendo nei dattagli, il pozzo esplorativo Kalimba è localizzato a circa 150 chilometri dalla costa e 50 chilometri a sud-est dalla Fpso Armada Olombendo, nell’East Hub: il pozzo è stato perforato dalla nave di perforazione West Gemini in una profondità d’acqua di 458 metri, raggiungendo una profondità totale di 1.901 metri.

Per il gruppo italiano il giacimento africano apre nuovi scenari, soprattutto se si considera la natura tradizionalmente gassosa del blocco esplorativo in questione. La scoperta in Angola rappresenta infatti un’opportunità per l’esplorazione a olio nella parte meridionale del Blocco 15/06 da parte di Eni dal momento che l’area in questione è stata considerata finora principalmente come un sito indiziato a gas, e favorisce ulteriori possibilità di creazione di valore.

“L’Angola”, hanno spiegato da Eni, “è un Paese chiave per la strategia di crescita organica di Eni, che è presente nel paese sin dal 1980 e dove ha oggi una produzione equity di 155 mila barili giorno di olio equivalente. Nel Blocco 15/06 i due progetti di sviluppo, West Hub e East Hub, producono attualmente 150 mila barili giorni di olio (100%). Eni è anche operatore del blocco Cabinda Norte nell’onshore angolano”.

Adesso, nell’immediato futuro di Eni ci saranno altre esplorazioni sempre nella medesima area. “I prossimi start-up nel Blocco quest’anno saranno il Miocene Superiore, nell’East Hub, e il Subsea Boosting System per il campo di Mpungi”, spiega Eni. “Inoltre il campo di Vandumbu, che verrà collegato al West Hub, entrerà in produzione alla fine del 2018, in anticipo rispetto ai piani. Questi nuovi start-up aggiungeranno ulteriori 30 mila barili alla produzione complessiva del Blocco, che nel 2019 supererà i 170 mila barili di olio al giorno”. Contattato telefonicamente da Formiche.net il vicepresidente executive e direttore relazioni internazionali, Lapo Pistelli, non ha aggiunto ulteriori commenti, pur lasciando trasparire la soddisfazione per il risultato raggiunto.

Rimanendo in Africa, ma spostandosi molto più a nord, proprio nei giorni scorsi il gruppo italiano ha finalizzato la cessione a Mubadala Petroleum, società emiratina interamente posseduta da Mubadala Investment Company, di una quota del 10% nella concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto, nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr. Ora Eni detiene una quota di partecipazione nel blocco del 50%, mentre gli altri partner sono Rosneft con il 30%, Bp con il 10% e Mubadala Petroleum con un altro 10%.

Dopo un avvio record in meno di due anni e mezzo dalla scoperta, il progetto è ora in ramp-up con l’obiettivo di raggiungere 2 miliardi di piedi cubi di gas al giorno (bcfd) di capacità complessiva installata entro la fine dell’anno e di raggiungere il plateau di produzione di 2,7 bcfd entro la fine del 2019.  Per l’occasione Descalzi aveva spiegato come “la presenza di soci importanti come Mubadala Petroleum, Bp e Rosneft nella concessione darà ulteriore impulso allo sviluppo del progetto Zohr, che sta svolgendo un ruolo fondamentale nel supportare l’Egitto a perseguire l’indipendenza dall’importazione di Gnl, e conferma la grande qualità di questo asset”.


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