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Meno debito e più flessibilità (per gli investimenti). Così Tria convince il governo

tria conte

Il primo incontro della falange economica del governo pentaleghista partorisce quello che in fin dei conti ci si aspettava. Taglio progressivo del debito pubblico e un “nuovo atteggiamento” verso l’Europa. Tradotto, più flessibilità sul deficit. Questa mattina il premier Giuseppe Conte ha riunito a Palazzo Chigi per tre ore i ministri dell’Economia, Giovanni Tria (nella foto con il premier), degli Affari europei, Paolo Savona e dello Sviluppo, Luigi Di Maio. Insieme a loro, il responsabile degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi.

Il mood della riunione, la prima dei ministri economici a Palazzo Chigi, sembra essere stata “cambiare musica”. Ovvero proseguire con la riduzione del debito pubblico e contrattare con Bruxelles nuovi spazi di flessibilità sui conti. Il fatto è che il prossimo 21 giugno Tria prenderà parte al suo primo Ecofin, il summit Ue dei ministri delle Finanze. Una data da cerchiare col rosso visto che da quel momento potrebbe partire la negoziazione Italia-Ue sul deficit.

Non sarà una trattativa facile perchè l’Europa da parte sua chiederà a Tria precisi impegni, come per l’appunto il taglio secco del debito.

Tutto molto giusto secondo Luigi Paganetto, economista e docente a Tor Vergata (qui l’intervista a Formiche.net) per il quale l’Italia ha un grande bisogno di flessibilità. “L’abbiamo avuta in passato e dobbiamo averla per il futuro, mi sembra evidente. Questo Paese deve tornare alla produttività e agli investimenti, molto più degli altri Paesi. Ma per farlo ha bisogno di spazi di manovra. Quanto emerso questa mattina dal vertice con Conte mi pare che vada in questa direzione”, ha commentato Paganetto.

L’economista però fa un appunto. “Trovo molto giusto il messaggio lanciato dal ministro Tria l’altro giorno nell’intervista al Corsera. La flessibilità è cosa giusta ma deve essere usata con intelligenza e criterio. Per esempio, come ho appena detto, per gli investimenti”. Sul debito Paganetto nutre poi una gran fiducia in Tria. “Il ministro lo ha chiarito, il debito pubblico va ridotto. Ma vorrei sottolineare che nelle condizioni dell’Italia sarebbe già molto se riuscissimo a fermare la sua crescita”.

 


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