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Vi spiego perché sulla Russia Conte ha ragione. Parla Franco Frattini

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Il tour di Bolton tra Londra, Roma e Mosca parla chiaro. Vuol dire che la sua missione mira veramente ad una riapertura di discussione con il Cremlino. Tanto più se nella tappa romana, il consigliere alla Sicurezza nazionale di Trump, chiede sostegno al nostro Paese, essendo l’Italia notoriamente considerata il ponte con la Russia. E allora, è assolutamente strategico che l’Europa non si faccia spiazzare da quello che presumibilmente verrà concordato nel bilaterale tra Trump e Putin fissato per il 16 luglio a Helsinki. Come e perché lo spiega in questa conversazione con Formiche.net Franco Frattini, presidente della Sioi, già commissario europeo e ministro degli Esteri.

“Il ruolo dell’Europa dovrebbe essere già da questo Consiglio europeo di oggi e domani di anticipare la strada della distensione Occidente-Russia, cominciando con un passo piccolo, ma significativo: quello della collaborazione a livello di imprese per far capire che il rinnovo delle sanzioni non deve essere automatico”, è il consiglio di Frattini, pienamente d’accordo con le parole pronunciate ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla Camera.

Intervenendo in aula in vista dell’inizio del Consiglio europeo di oggi, il presidente del Consiglio italiano è tornato infatti sulla Russia, riaffermando il principio che non debba esserci nulla di automatico nel rinnovo delle sanzioni contro Mosca. “Le sanzioni sono un mezzo, non un fine”, ha detto Conte: “Continueremo quindi a dare grande attenzione al sostegno alla società civile russa e grande attenzione anche agli interessi delle nostre imprese piccole e medie”.

“Quando il presidente del Consiglio Conte ha parlato di società civile non ha fatto confusione con un’altra serie di sanzioni, che è chiaro che non hanno a che vedere con la società civile – precisa Frattini riferendosi ad una diversa lettura delle parole del premier proposta su questo sito -, ma ha fatto riferimento a una possibilità che è offerta dalla stessa Unione europea. Il piano Mogherini per i rapporti Europa Russia prevede infatti al punto 5 la possibilità di riaprire un rapporto con la Russia cominciando dal sostegno alle piccole e medie imprese russe in rapporto con le pmi italiane”.

Nessuno scivolone, dunque, ma un riferimento preciso e pertinente, quello di Conte. “Cioè – spiega Frattini – c’è un punto specifico a cui il presidente Conte alludeva, che chiamando genericamente “società civile”, in realtà fa riferimento a questa possibilità che si aboliscano da subito le limitazioni che sono ancora coperte da sanzione, e che permetterebbero di rimettere in contatto la rete delle pmi italiane, in questo caso, con le pmi russe”.

Ed è previsto anche il modo, continua l’ex ministro degli Esteri: “La banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo con sede a Londra, la Bers, ha dei progetti avviati prima, e poi sospesi dopo la crisi della Crimea, che prevedono proprio di incentivare la cooperazione tra pmi russe e italiane. Ed è proprio nel documento Mogherini, che le pmi sono chiamate “società civile””.

Per il presidente della Sioi è a rischio il ruolo dell’Europa: “Le sanzioni sono state sempre rinnovate senza un dibattito politico. Io spero che questo ci sarà e che si concluderà con un’apertura di credito anche perché rischiamo che Trump ci schiacci come ha fatto ad esempio con la Corea del nord, faccia lui l’accordo con Putin e renda l’Europa completamente irrilevante. Per tutte queste ragioni sarebbe opportuno che Conte mantenesse quell’orientamento che ha annunciato ieri alle Camera”.

“Visto l’imminente incontro tra Trump e Putin che si terrà tra pochi giorni sono certo che l’Europa non debba correre un ulteriore rischio. I rapporti con gli Stati Uniti sono già difficili, visto come Trump considera l’Europa, sanzioni incluse, e proprio a causa di queste abbiamo rapporti congelati con la Russia. Ora se Trump e Putin si danno la mano, sospendendo le sanzioni, il rischio per noi europei è quello di finire col fare la parte dell’ultimo giapponese che combatte quando la guerra è finita”, conclude Frattini.

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