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Salvini e Di Maio, insieme nella buona e cattiva sorte. L’analisi di Civiltà Cattolica

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Una crisi durata ottantotto giorni, il crollo delle borse e il rischio di nuove elezioni fino al compromesso e all’accordo. Il governo Conte è in carica da 21 giorni e Francesco Occhetta, scrittore di Civiltà Cattolica, ne ha ripercorso oggi le tappe fondamentali, sottolineando le contraddizioni e le possibilità che aver affrontato una situazione mai vissuta nella storia della Repubblica italiana potrebbe aprire nel prossimo futuro. “Conte rappresenta una squadra, e non è un uomo solo al comando”, si legge nel commento, e “i due leader Di Maio e Salvini escono rafforzati dalle convulse vicende della crisi; hanno compreso che il sistema ha un’istituzione di garanzia forte, che non si può bypassare”. Il passo ulteriore, però, è arrivare alla consapevolezza che “la responsabilità di governo è la soglia per diventare politicamente adulti” ed è per questo che per i due leader “vale la massima romana, simul stabunt simul cadent, ‘insieme staranno oppure insieme cadranno'”.

Esiste, infatti, un contratto tra i due leader della Lega e del Movimento 5 Stelle, su cui si basa il 65° governo italiano guidato da Conte. “Il suo compito politico sarà quello di dirigere senza essere anche il primo violino – scrive Occhetta disegnando i contorni della figura del premier -, per rispondere ai punti del programma. In particolare, le due misure su cui sono puntati i riflettori sono la flat tax e il reddito di cittadinanza, che prevede 780 euro al mese per chi ha perso il lavoro”. Sta invece a Di Maio e Salvini capire se si potrà passare “da un contratto di governo a una vera alleanza politica stabile delle due ali del sistema” rendendo così possibile “ridisegnare tutto lo scenario politico” in cui “le opposizioni hanno come compito quello di controbilanciare l’alleanza di governo”. Un passo che dimostrerebbe una nuova maturità politica.

Nella ricomposizione dello scenario politico-istituzionale, anche le opposizioni – sembra esortare Occhetta – potranno ritrovare una nuova compattezza, guardando alle prossime elezioni europee “che potrebbero favorire l’aggregazione di una nuova identità dei soggetti politici”. Un contesto in cui “anche la Chiesa in Italia non si sottrarrà all’opera di coesione sociale, che svolge quotidianamente con le sue iniziative”. Il suo ruolo sarà quello di accompagnare “con attenzione i grandi temi del pontificato di Francesco, come il lavoro degno e l’accoglienza degli immigrati, la giustizia e l’attenzione alle periferie, la cura dell’ambiente e una gestione dell’economia che includa le fasce più povere”.

Il governo Conte, ricorda lo scrittore di Civiltà Cattolica, “è una scelta di compromesso” che è stata possibile e legittima “per il principio democratico della rappresentanza”. A fare da garante delle istituzioni, il Presidente Mattarella, che “ha dunque consegnato al Paese un governo politico, difeso le prerogative costituzionali e sventato un ritorno alle urne”, non senza difficoltà. “Quando il tempo scadeva – si legge in conclusione -, ha saputo girare la clessidra e aspettare con prudenza. Lo ha fatto in solitudine, ma alla fine gli italiani glielo hanno riconosciuto”. Ora tocca al governo in carica.

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