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Trenta, un esordio istituzionale in attesa delle risposte vere sulla Difesa

Un approccio istituzionale e diplomatico, quello del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, alla prima uscita ufficiale coincisa con la festa dell’Arma dei Carabinieri, per il 204° anniversario della fondazione, nella caserma “Salvo d’Acquisto” di Roma dov’è toccato a un altro esponente del Movimento 5 stelle come Roberto Fico, presidente della Camera, rappresentare la massima autorità vista l’assenza del presidente della Repubblica. Sono i primi passi compiuti per “annusarsi” a vicenda e il discorso del ministro Trenta non ha deviato dai binari ufficiali, senza lasciare traccia di quello che il nuovo governo possa avere in mente in concreto sul fronte della Difesa.

Nel suo lungo intervento, infatti, il ministro ha citato cifre che di solito fanno parte di un eventuale discorso del Comandante generale, dal numero delle stazioni e dei nuovi reparti istituiti l’anno scorso al numero dei reati perseguiti e degli arresti. Né ha lasciato intendere quali saranno le decisioni sulle missioni internazionali limitandosi a elogiare i circa 500 carabinieri presenti in 14 diversi teatri operativi e 18 missioni, dove assicurano addestramento e consulenza alle forze di polizia locali. Resteranno o no? E dove? Per ora non si sa, anche se il ruolo dell’Italia in alcune aree del mondo dovrà prima o poi essere messo nero su bianco.

L’esperienza da ufficiale della riserva selezionata dell’Esercito si è percepito dalla postura quasi militare di fronte alla bandiera e dal sincero apprezzamento, in questa occasione, del ruolo dei Carabinieri: “Siate fieri del fatto che tutti insieme abbiamo la grande responsabilità di condurre questo Paese verso il futuro” ha detto. Salvato il profilo istituzionale, restano i temi di fondo: Libro bianco, investimenti, presenza nelle missioni. Le risposte non potranno farsi attendere a lungo.


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