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Risolvere il derby del Golfo. Stati Uniti al lavoro. L’analisi di Cinzia Bianco

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La crisi del Golfo che si trascina da più di un anno, potrebbe essere a un punto di svolta. È arrivata infatti la notizia che il Presidente americano Donald Trump sta preparando un summit per risolvere la situazione di tensione che si protrae dal giugno 2017, tra il Qatar e i quattro Paesi arabi, guidati dall’Arabia Saudita. Tra le colpe che erano costate a Doha l’interruzione dei rapporti diplomatici con i suoi vicini, ci sarebbe stata la vicinanza all’Iran e l’accusa di “sostenere il terrorismo”. In una conversazione con Formiche.net, Cinzia Bianco, Senior Analyst di Gulf State Analytics , ha sottolineato come quella del summit sia “un’iniziativa che si attendeva già da diversi mesi. Allo scoppio della crisi si era già parlato di un summit, che si sarebbe dovuto svolgere a Camp David, ma che poi non si era mai verificato”.

Bianco ha poi aggiunto: “Inizialmente era stato rimandato da maggio a settembre dello scorso anno, e poi non se ne era fatto più niente perché non c’era la volontà nelle parti di riunirsi. Specificando poi che nel tentativo dell’anno scorso “non c’era comunque una possibilità di riuscita, e questo era già risultato evidente nei tour che avevano fatto nella regione sia dell’ex Segretario di Stato Rex Tillerson che dell’inviato speciale del governo americano Tony Zinni”.

“Vogliamo arrivare a un vertice con la presenza di tutti i leader dei Paesi del Golfo”, ha detto l’incaricato Affari Usa a Doha Ryan Gliha. Il summit “potrebbe tenersi a settembre oppure a ottobre e ci sarà un intenso lavoro da parte nostra con tutti i Paesi partecipanti a fine di realizzare un grande successo nel vertice quando il Presidente Trump inviterà tutti i leader”, ha aggiunto il diplomatico Usa.

Nell’ultimo mese la situazione nel Golfo sembrava che si fosse aggravata, giungendo addirittura alle minacce dell’Arabia Saudita nei confronti dei vicini qatarini, se questi avessero acquistato il sistema di difesa aerea S-400 che stavano negoziando con la Russia. “Questa crisi si è prolungata troppo e sta diventando controproducente anche per gli stessi Stati Uniti – ha asserito Bianco – perché divide un fronte che invece serve unito rispetto ad altre questioni più grandi come per esempio lo scontro con l’Iran, che sta cercando di bypassare la pozione oltranzista di Abu Dhabi”.

“La situazione ad oggi non è cambiata molto – ha specificato l’esperta -. Qual era il principale ostacolo prima e perché poi non si è effettivamente verificato questo summit, risiedeva principalmente nella posizione di Abu Dhabi e quindi degli Emirati Arabi che sono, nel quartetto, una forza motrice in questa azione contro il Qatar”.

Ma la strada è ancora lunga: “Ora è da vedere se effettivamente questo – summit – cambi le cose. Perché, sebbene Abu Dhabi fosse appunto più oltranzista dell’Arabia Saudita e di Riad fin dal primo momento, e sebbene in Arabia Saudita il circo dei decisori sia un po’ più ampio, comunque il fronte Riad-Abu Dhabi rimane solido”, ha continuato Bianco.

L’unica cosa certa, secondo Bianco, è la posizione del Qatar: “Gli unici che sono da sempre rimasti aperti al dialogo, al compromesso e a trovare una soluzione sono i qatarini. Naturalmente perché fin dal primo momento questi erano in una posizione di grande debolezza, benché siano riusciti a navigare per un po’ in tutte le difficoltà conseguenti alla crisi, hanno comunque sempre cercato il compromesso, non potendo tenere gli argini troppo a lungo”.


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