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Il premier Conte in visita a Sant’Egidio. Perché è un incontro importante

“Sul tema dei rifugiati in passato sono stati varati dei protocolli che hanno portato, attraverso dei corridoi umanitari, persone rifugiate in Italia da Paesi come la Siria o il Corno d’Africa, e sono iniziative importanti perché consentono di fare arrivare in Italia, e questo è in linea con la proposta italiana, rifugiati che hanno diritto alla protezione umanitaria e con profili ben specifici che vengono individuati. Si tratta di immigrazione regolare e legale, e non irregolare, che consente di costruire, con numeri contingentati, percorsi di integrazione per assicurare quella coesione sociale di cui abbiamo bisogno. Ben vengano iniziative di questo da parte di organizzazioni no profit e del mondo del terzo settore in generale, che come la Comunità di Sant’Egidio consentono percorsi di solidarietà anche al di fuori di circoli istituzionali e sulla base di iniziative spontanee. Fanno bene a tutti”.

Migranti, anziani e disabili sono stati i tre argomenti discussi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte con gli esponenti della Comunità di Sant’Egidio, l’associazione laicale trasteverina di orientamento cattolico impegnata sui temi del cristianesimo sociale che si è guadagnata, negli anni, l’appellativo di piccola Onu di Trastevere. Durante la visita il premier ha infatti incontrato, tra gli altri, giovani arrivati in Italia con i corridoi umanitari, un modello di immigrazione legale su cui anche Salvini ha affermato, la scorsa settimana in esclusiva ai microfoni di Formiche.net, di essere disponibile ad un’apertura.

Il discorso che promuove la Comunità di Sant’Egidio è quello di apertura, di accoglienza, di integrazione, di promuovere cioè una sensibilità che anche all’interno del governo, su molti temi, pare trovi spesso più divisioni che unanimità. “Sono attività meritevoli e meritorie sotto tutti i punti di vista”, ha così detto Conte riferendosi sia al servizio con i rifugiati sia con gli anziani e i disabili, annunciando, su quest’ultimo argomento, “la determinazione nell’adottare un codice della disabilità, una sorta di Bill of Rights, su cui poter concentrare tutte le norme a sostegno della disabilità”.

Il premier ha incontrato stranieri, disabili e anziani, in tutto una quarantina. Arrivato con la macchina a Trastevere assieme al portavoce Rocco Casalino, i fotografi hanno avuto modo di osservare il premier intrattenersi con il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo nell’osservare la statua di “Gesù homeless”, raffigurante un Cristo povero e sdraiato a terra sofferente, la stessa opera posta all’entrata dell’elemosineria apostolica in Vaticano con la benedizione di Papa Francesco.

Il colloquio, nato da un interesse reciproco e in maniera improvvisata, in un paio di giorni, pare in realtà sia stato voluto in primis da Palazzo Chigi, visto che la Comunità negli ultimi giorni si trovava impegnata nel promuovere l’incontro di un migliaio di giovani volontari in visita da tutta Europa alle Fosse Ardeatine. “Abbiamo parlato di realtà come quelle del co-housing per anziani, o delle persone con disabilità che attraverso l’arte promuovono l’inclusione nella società, e abbiamo discusso con il nostro fondatore Andrea Riccardi di temi come la pacificazione della società italiana, oppure del rapporto tra Italia e Africa e del nostro Paese con la comunità internazionale”, ha spiegato Impagliazzo, che ha ringraziato Conte per il “clima di grande attenzione”.

Ma quello che ci si chiede subito fuori dall’uscita della sede della Comunità è quale sia l’obiettivo del premier, o meglio quale sensibilità del governo interpreti questo appuntamento, e la risposta, a molti, pare essere chiara. Basta guardare infatti la prima pagina del sito Famiglia Cristiana, dove per tutta la giornata campeggiava la notizia dell’attacco leghista al vescovo Zuppi, figura fortemente legata alla Comunità di Sant’Egidio.

“Furia leghista contro il vescovo Zuppi”, titola infatti il settimanale dei Paolini, riportando la vicenda di un convegno bolognese in cui la leghista Lucia Borgonzoni, volto di punta nel territorio dell’universo leghista, e il prelato, molto attivo in città sul tema dell’accoglienza e del servizio ai poveri, come nella vocazione di Sant’Egidio, dovevano incontrarsi per discutere del tema dei migranti. Pare che il vescovo sia arrivato qualche minuto dopo al tavolo e la politica leghista si sia alzata prima dell’intervento del religioso, entrambi per impegni sopravvenuti. Quanto basta però per dare spazio alle critiche sui social network e al sopravvenire di un ipotetico scontro tra i due, puntualmente smentito. Un caso più montato che reale, si vocifera davanti alle scale della Chiesa di piazza Sant’Egidio, quartier generale della Comunità trasteverina, nata negli anni ’70 proprio lungo la navata unica di questo ex convento di carmelitane. Ma che forse lascia intendere più di quanto viene pubblicamente affermato, ovvero di due anime governative che talvolta tentano di incontrarsi, di fare una sintesi anche sociale, ma che puntualmente vivono forti pressioni disgregatrici, interne o esterne. E che, comunque sia, vanno in direzioni opposte.


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