Nel primo giorno lavorativo di settembre (cioè oggi) Palazzo Chigi convoca un Consiglio dei ministri. Scelta saggia e lungimirante, poiché molti sono i temi caldi sia sul fronte internazionale (con le drammatiche notizie in arrivo dalla Libia) che su quello economico (con lo spread che torna a toccare quota 290).
A ciò si aggiunge il poderoso “tam tam” in materia di designazioni dei vertici delle agenzie di Intelligence, tema sul quale le decisioni dovrebbero seguire gli annunci a distanza di pochi minuti (mentre invece purtroppo se ne parla da settimane).
Quindi tutti a Palazzo Chigi, compresi i ministri (come Tria) reduci da lunghi viaggi all’estero, si suppone.
Invece no, perché apprendiamo dalle agenzie di stampa che il consiglio dei ministri è presieduto dal Vice Presidente Salvini, poiché tanto il suo pari grado Di Maio (a Foggia per altri impegni) quanto il premier Conte (che rientra a Roma domani) non sono presenti, relegando quindi la riunione alle gestione di ordinarie pratiche in materia di leggi regionali.
Diciamolo allora con franchezza: così non va, così passa un’idea di sciatteria istituzionale, di pressappochismo, d’irrilevanza.
Tutta roba di cui non si sente il bisogno di questi tempi, tutta roba buona per screditare la forza politica del governo e la sua immagine esterna.
E sia chiaro un punto: Salvini c’è e si prende tutti gli spazi.
A questo punto evitino i suoi alleati di governo di lamentarsi, compresi quelli che fanno i video dal Guatemala (ogni riferimento al Dibba è assolutamente voluto).