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Il ministro britannico Cleverly vede Piantedosi e fa tappa a Lampedusa

Per il titolare del Viminale l’isola “è diventata il simbolo dello sforzo e della capacità dell’Italia di far fronte alla pressione migratoria”. Londra-Roma al lavoro assieme, anche in ambito G7

Il Regno Unito e l’Italia “stanno lavorando a stretto contatto, abbiamo un ottimo rapporto di lavoro, dai nostri rispettivi premier fino ai ministri e al livello operativo”, ha spiegato ieri James Cleverly, ministro dell’Interno britannico, a margine dell’evento organizzato a Roma presso l’Istituto affari internazionali dal titolo “Migration, a global challenge”. La sua visita a Roma è stata organizzata, come sottolineato in una nota della diplomazia britannica, mentre il governo Sunak “entra nella fase finale di preparazione dei voli per il Ruanda, con il primo volo previsto tra 10-12 settimane”.

“In quanto due Paesi marittimi, dobbiamo entrambi affrontare gli arrivi illegali e la morte di persone nelle acque intorno a noi”, ha dichiarato ancora nel corso della conversazione schietta con Nathalie Tocci. Quest’ultima direttrice dello Iai, che non ha risparmiato critiche all’accordo del Regno Unito con il Ruanda, definito “molto più radicale” rispetto a quello fra l’Italia e l’Albania, o più in generale di quello fra l’Unione europea e la Turchia nel 2016. (“Non si tratta di esportare, diciamo così, la procedura del Paese in questione, ma si tratta proprio del trasferimento della giurisdizione a questo Paese”).

Ieri il ministro Cleverly ha fatto visita al Comando generale della Guardia Costiera, sede del Centro operativo nazionale dell’Italian maritime rescue coordination centre. Oggi ha incontrato l’omologo Matteo Piantedosi e poi si è recato a Lampedusa.

L’isola “è diventata il simbolo dello sforzo e della capacità dell’Italia di far fronte alla pressione migratoria”, ha dichiarato Piantedosi dopo il bilaterale, sottolineando che soltanto “una strategia coordinata con i Paesi chiave di origine e transito dei migranti” può permettere di “sconfiggere le reti criminali che promuovono la migrazione irregolare”. Anche per questo, il ministro ha voluto invitare al G7 i ministri dell’Interno dell’Algeria, della Libia e della Tunisia, “per tracciare insieme delle linee di azione comuni”. In questo senso, il Piano Mattei e all’approccio upstream alle migrazioni da mesi suscita l’interesse di Londra.

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