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Trump amico della Russia? Non proprio. L'analisi di Graziosi

Se l’ex presidente Usa, candidato alle prossime presidenziali, non avesse dato il suo assenso, il pacchetto di aiuti all’Ucraina non sarebbe stato approvato dal Congresso come invece è accaduto. L’amministrazione Trump già in passato si era rivelata meno tenera con la Russia di quanto si raccontasse. L’analisi di Stefano Graziosi

Come sarà l'impatto della crisi mediorientale sulle elezioni americane

A settembre dell’anno scorso, varie fonti avevano riportato che l’inquilino della Casa Bianca fosse vicino a mediare con successo la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita: se ci fosse riuscito, il presidente avrebbe avuto un sostanziale risultato di politica estera da utilizzare in campagna elettorale. Tuttavia, il brutale attacco perpetrato da Hamas il 7 ottobre ha cambiato molte cose e ora la crisi mediorientale si affaccia su Usa2024

Così l'incognita di Robert Kennedy jr aleggia sulle elezioni americane

Il figlio di Bob Kennedy, Robert F. Kennedy jr., si è candidato in un primo momento alla nomination presidenziale del Partito Democratico, cambiando la sua affiliazione in “indipendente” lo scorso ottobre. Ecco quale impatto potrebbe avere la sua candidatura sul prossimo 5 novembre

Biden vs Trump, strategie a confronto. L'analisi di Graziosi

Entrambi i candidati affrontano dei rischi. L’approccio maggiormente “napoleonico” di Trump potrebbe portare l’ex presidente a un’eccessiva personalizzazione della campagna elettorale. Dall’altra parte, Biden deve comunque ricordare che, nel 2016, il tycoon vinse spendendo la metà dei soldi messi in campo da Hillary Clinton…

La sfida tra Biden e Trump passa anche dalla scelta dei candidati vice

La questione principale che si pone adesso è quella della scelta dei candidati alla vice presidenza. Un nodo, questo, che – a prima vista – sembrerebbe riguardare soltanto Trump. In realtà interessa anche Biden e ciascuna scelta potrebbe rivelarsi carica di conseguenze significative. Ecco tutti i nomi in ballo

Che cosa faranno gli elettori di Nikki Haley alle elezioni di novembre?

L’ex ambasciatrice all’Onu ha annunciato il proprio ritiro dalle primarie, rifiutandosi tuttavia di dare, almeno per il momento, l’endorsement a Trump. Un Trump che nel frattempo è stato decretato candidato presidenziale in pectore de facto dal Comitato nazionale del Partito Repubblicano. L’analisi di Stefano Graziosi

Il Super Tuesday porta Trump a un passo dalla nomination. L'analisi di Graziosi

Nikki Haley si è ritirata dalle primarie. Oltre l’esito di ieri, la sua candidatura è stata anche azzoppata dalla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che, lunedì, ha ammesso la candidabilità di Trump: finora l’ex ambasciatrice puntava moltissimo sul presentarsi come l’unica valida alternativa nel caso il rivale fosse stato colpito da interdizione elettorale

Tim Scott, chi è il senatore che studia da vicepresidente

Scegliendo Scott, Trump potrebbe sia strizzare l’occhio all’elettorato repubblicano di tendenza centrista sia rafforzare la sua posizione agli occhi delle minoranze etniche. Soprattutto quest’ultimo punto risulta fondamentale per la campagna dell’ex presidente. Secondo un sondaggio di GenFoward pubblicato a fine dicembre, Joe Biden starebbe infatti perdendo il sostegno di una parte dell’elettorato afroamericano: un elemento, questo, che potrebbe rivelarsi cruciale alle presidenziali del 5 novembre

Biden e Trump, fenomenologia di due leadership

Nell’anno in cui è iniziato il conto alla rovescia per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Stefano Graziosi nel suo ultimo libro “Joe Biden” edito da Edizioni Ares, ricostruisce il percorso dell’inquilino della Casa Bianca e confronta due modelli di leadership diverse, la sua e quella di Donald Trump. Ne pubblichiamo un estratto

Il senso politico del duello tra Trump e DeSantis. La prospettiva di Graziosi

L’intervento di Stefano Graziosi alla Camera dei Deputati durante la presentazione del report “La candidatura di Ron DeSantis”, a cui, oltre all’autore, hanno partecipato il vicepresidente della Commissione Esteri, Paolo Formentini, e il presidente del Centro Studi Machiavelli, Daniele Scalea

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