In attesa della conferma da parte italiana della decisione di acquistare ulteriori caccia Eurofighter, il programma internazionale rimane una pietra miliare dell’integrazione industriale della difesa e un modello a cui potersi ispirare anche in vista dei programmi futuri
Arriva dal Regno Unito l’indiscrezione secondo la quale l’Italia sarebbe pronta ad acquistare una nuova tranche di caccia multiruolo Eurofighter Typhoon, citando fonti della BAE Systems. Il programma prevedrebbe l’acquisizione di ulteriori ventiquattro velivoli, probabilmente destinati a sostituire i primi ventotto apparecchi entrati in servizio nel 2005. Al netto dell’obiettivo di Italia e Regno Unito di sostituire i propri Eurofighter con il caccia di sesta generazione Gcap, il programma continuerà a essere uno dei pilastri centrali della difesa aerea ancora per molto tempo, non solo in attesa dello sviluppo della nuova piattaforma, il cui ingresso in linea e previsto non prima del 2035, ma anche per il suo ruolo fondamentale e persino “di esempio” quale progetto multinazionale di una piattaforma militare all’avanguardia. Un modello per lo stesso Gcap italo-nippo-britannico e per il Fcas franco-tedesco.
Integrazione della Supply chain
Il programma Eurofighter, infatti, è un vero e proprio modello di integrazione e collaborazione internazionale tra governi e industrie della difesa, promuovendo la cooperazione internazionale e lo scambio di conoscenze e tecnologie. Questo non ha solamente contribuito a rafforzare il comparto europeo, ma ha anche posto alcune basi per le misure da adottare su temi specifici, come per esempio lo scambio di conoscenze e tecnologie non solo tra i grandi campioni nazionali, ma anche e soprattutto da parte delle altre imprese della Supply chain coinvolta. Ne è un esempio il ruolo giocato nel programma Eurofighter da Northrop Grumman Italia fin dai primi anni Novanta, quale fornitore di sistemi di navigazione e posizionamento all’avanguardia sui modelli destinati a tutti gli utilizzatori. L’azienda di Pomezia ha anche provveduto negli anni all’aggiornamento tecnologico dei propri sistemi, passando per esempio dalla tecnologia Ring laser gyro a quella cosiddetta Fog (Fiber optic gyro), o aggiornando costantemente il sistema di posizionamento Gps.
Difesa aerea
L’Eurofighter Typhoon, inoltre, rimane tuttora una delle piattaforme di punta su cui si basa la protezione dei cieli del Vecchio continente, e non solo. I velivoli italiani, per esempio, partecipano a fianco degli F-35 nelle varie operazioni di Air policing dello spazio Nato, venendo schierati in Islanda, Romania e Polonia, portando a termine con successo diverse operazioni di intercettazione di aerei russi. La capacità di aggiornamento dei sistemi del caccia, inoltre, ha supportato il continuo sviluppo della piattaforma, prospettiva che continuerà anche in futuro grazie al programma Long term evolution del Typhoon, che vedrà un upgrade complessivo di diverse componenti del caccia.
Esportazione
Inoltre, il caccia è tutt’altro che un prodotto limitato allo spazio europeo. Al di là dei Paesi partner del progetto (Italia, Regno Unito, Germania e Spagna) e dell’Austria, il caccia è attualmente in linea con diverse aeronautiche della penisola araba, con Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Qatar che hanno o avranno schierati un totale complessivo di oltre 130 velivoli. Di recente, tra l’altro, l’esportazione degli Eurofighter ha subito un’accelerazione grazie alla decisione del governo federale tedesco di rimuovere il veto che impediva l’esportazione di Eurofighter all’Arabia Saudita risalente al 2018, quando l’allora cancelliera, Angela Merkel, dispose lo stop alle esportazioni di Typhoon alla monarchia saudita come reazione alla crisi scaturita dall’uccisione in Turchia del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. Il veto tedesco aveva avuto l’effetto di paralizzare l’accordo che Riyad aveva stretto con il Regno Unito – partner del progetto – per l’acquisto di ulteriori 48 velivoli, dopo i 72. Un accordo dal valore di cinque miliardi di sterline.
Programmi futuri
L’importanza della decisione non è relativa soltanto alla commessa dei 48 caccia per Riyad, ma segna un importante pietra miliare per il futuro dei progetti congiunti europei. Il tema delle regole sulle esportazioni militari legate ai programmi congiunti riguarda, infatti, anche i programmi di prossima generazione come Fcas e Gcap, riconoscendo il ruolo fondamentale che l’export riveste per la sostenibilità economica di questi programmi. Progetti all’avanguardia come Gcap, Fcas o l’Eurofigher richiedono investimenti massicci per essere sviluppati e infine prodotti, e i soli mercati interni dei Paesi partner non basta a ripagare gli investimenti.