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La guerra informativa di Mosca

Alessandro Pandolfi, specializzato in questioni militari e nell’area post-sovietica, ha scritto per il think tank italiano Opi (Osservatorio di politiche internazionali) un paper dal titolo “Trolling e Astroturfing come strumenti di guerra informativa della Russia“.

Raggiunto da Formiche.net, chiediamo: di che cosa stiamo parlando esattamente? “Si tratta del sistema e delle strutture che per il governo russo si occupano di produrre propaganda da diffondere su Internet per influenzare il pubblico, domestico o estero, nella direzione voluta: sono conosciute come Troll Factories o Web Brigrades“. Si definisce troll “chi interviene all’interno di una comunità virtuale in modo provocatorio, offensivo o insensato, al solo scopo di disturbare le normali interazioni tra gli utenti”. Il trolling consiste nel fomentare discordia online iniziando litigi o turbando i dibattiti, postando messaggi infiammatori, estranei o fuori tema, con lo scopo deliberato di provocare una risposta emotiva o interrompere una discussione. Può essere impiegato per ostacolare la diffusione di un punto di vista o per disseminare un determinato messaggio. Di questo parliamo, ma con una pianificazione strategico-governativa dietro. “In questo caso i troll oltre a usare profili falsi gestiscono software che facilitano il controllo di multiple identità”, dice Pandolfi.

UNA TECNICA NOTA IN RUSSIA

“Sono tecniche conosciute a livello globale nel 2015 con il caso dell’Internet Research Agency a San Pietroburgo, ma la scoperta risale ad un articolo del 2013 di Novaya Gazeta, mentre sui media locali se ne parla già dai primi anni Duemila”, spiega l’analista. “In Russia il fenomeno è abbastanza noto ed è regolarmente impiegato dalle autorità per diffondere le posizioni ufficiali sulla politica domestica e internazionale, influenzare le opinioni dei cittadini e trasmettere la sensazione di un vasto supporto per il Cremlino (una pratica che prende il nome di Astroturfing. ndr)”. Ossia, ricopre il ruolo di arma propagandistica. “È stato studiato come strumento di propaganda e di controllo della Rete, esattamente al pari del Partito dei 50 centesimi, l’enorme massa di manodopera impiegata dal Partito comunista per inondare di contenuti il Web cinese”. “Rientra nelle modalità di controllo del Web di Terza generazione, quelle che evitano la rigida censura per combattere il dissenso con contro-informazione e contenuti fittizi o manipolati”.

L’IMPASTO PROPAGANDISTICO GLOBALE

Ma, spiega Pandolfi, che il fenomeno ha anche una proiezione estera, “dal momento che la Rete è globale e l’inglese come lingua franca permette di disseminare anche la propaganda dei regimi autoritari”. Un dato che non sorprenderebbe Evgeny Morozov, il guru del Web che da anni mette in guarda i tecno-utopisti sul fatto che Internet possa essere cooptato dai regimi non democratici. “L’Internet Research Agency, un tassello di una rete che si ritiene ben più ampia, aveva una sezione dedicata a inondare di propaganda forum, piattaforme video, blog, social network (VKontakte, Twitter, ecc) e siti web della grande stampa internazionale. Sono stati alcuni ex dipendenti a descrivere il funzionamento di questa enorme macchina di orwelliana memoria destinata a modellare le coscienze del pubblico. Accanto ad essa opera poi il sottobosco dei gruppi giovanili del Cremlino, Nashi, per esempio, ma anche agenzie governative come FSB e SVR (rispettivamente il servizio segreto federale e quello per l’estero. ndr), mentre i militari da tempo dibattono la costituzione di Information Troops e Information Spetsnaz (gli Spetsnaz sono le unità speciali dell’esercito. ndr)”. Edward Lucas, il capo dell’ufficio moscovita dell’Economist, nel suo libro “La nuova Guerra Fredda” descrive Nashi come un’organizzazione “in grado far scendere in piazza migliaia di giovani in divisa biancarossoblu con breve preavviso”, sono oltre centomila gli iscritti ufficiali, e Lucas li descrive come un’amalgama che va “dagli idealisti agli annoiati, agli hooligan agli opportunisti”; alcuni la chiamano Putinjugend, la Gioventù di Putin, richiamando la Hitlerjugend nazista. Nel 2012 una fuoriuscita di documentazione interna ha svelato il tariffario impiegato per retribuire i membri per le loro attività di propaganda online, soprattutto sulle piattaforme di blogging.

IL CONTAGIO EMOTIVO

“I contenuti prodotti (testi ma anche video, meme virali, immagini contraffatte, ecc. ndr) sono da tempo assai visibili sul Web e ne occupano una porzione sempre più cospicua. Ciò ha portato vari esperti e commentatori ad interrogarsi sui possibili esiti sull’audience, dal momento che gli studi finora effettuati confermano rilevanti effetti psicologici”. È noto che Facebook può provocare effetti di contagio emotivo, così come i commenti in calce agli articoli online sono in grado di modificare la nostra percezione dell’autore e del contenuto stesso. “Mosca utilizza massicciamente questa tecnica per rinforzare il proprio punto di vista, influenzare il pubblico, sostenere la popolarità del presidente Vladimir Putin e diffondere critiche e argomenti cospiratori circa le politiche dei governi occidentali”. Dalla guerra in Siria a quella in Ucraina, dalla delegittimazione delle opposizioni, all’abbattimento del volo Malaysia Airlines 17, “il Trolling e l’Astroturfing del Cremlino infestano ormai Internet, portando redazioni come quella del Guardian a lamentare la campagna orchestrata contro i propri moderatori”.

LE CONTROMISURE

Il tema è stato trattato anche dagli specialisti: le potenzialità della Rete sono enormi, comprendono anche lati negativi coma militarizzazione, che si esprime non solo nel cosiddetto Cyberwarfare, ma anche negli ambiti della guerra informativa e psicologica (Information e Psychological Warfare): “Settori peraltro nei quali Mosca può vantare un know-how unico. Una campagna in grado di modificare percezioni e volontà del grande pubblico spesso potrebbe risultare più utile dell’uso della coercizione”. Per questo gli esperti stanno lavorando sul tema e strutture in ambito NATO come i Centri di Eccellenza per la Comunicazione Strategica (COE STRATCOM) e la Cyber Difesa (CCDCoE) hanno prodotto studi approfonditi.

L’ITALIA

In Italia come si sta procedendo su questi argomenti? “Per vari motivi, in Italia vi è stata finora una scarsa attenzione al tema, nonostante sia una delle sei nazioni sponsor del COE STRATCOM di Riga. Il dibattito è estremamente attuale e le istituzioni occidentali vanno da tempo ribadendo la necessità di aumentare la consapevolezza su questo punto. Gli effetti informativi e propagandistici sono stati scientificamente dimostrati, così come la vulnerabilità delle società interconnesse, soprattutto se caratterizzate da un diffuso analfabetismo informatico. Il tema si ricollega inoltre alla discussione circa la propaganda, le modalità d’influenza e gli strumenti di guerra ibrida impiegati da Mosca“.


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