“L’immigrazione è il più grande fallimento dei partiti. Il Regolamento di Dublino e l’accordo sui migranti con la Turchia hanno trasformato l’Europa in un Campo Profughi”. Sembrerebbe uno dei tanti post su facebook o twitter con cui il segretario del Carroccio Matteo Salvini da il buongiorno ai suoi fans sui social. E invece si tratta dell’incipit con cui Laura Ferrara, europarlamentare pentastellata, ha avviato mercoledì la discussione sull’emergenza migratoria sul Blog delle stelle.
“I cittadini pagano l’incapacità dei partiti. Chiediamo il rispetto delle regole. Vogliamo azioni concrete e regole chiare da tutti” recita il post al vetriolo dell’eurodeputata. E via giù una serie di considerazioni sul fallimento dell’Unione Europa nella gestione della crisi, i numeri esorbitanti degli sbarchi (181.346 nel 2016), e la stranota citazione di Salvatore Buzzi sul business dei migranti “Coi profughi guadagno di più che con la droga”.
Potremmo riassumere così le conclusioni della Ferrara: rivedere il Regolamento di Dublino III, perché il sistema di ricollocamento ha fallito; l’accoglienza è dovuta ai rifugiati in fuga dalla guerra, non al resto dei migranti; più trasparenza per le cooperative impegnate nell’accoglienza, imponendo la “pubblicazione dei bilanci analitici delle cooperative interessate nell’albo pretorio del comune di presenza della struttura”.
Poi la richiesta di “un embargo alla vendita di armi ai paesi in guerra civile”, una nota particolarmente cara ai 5stelle, che accusavano prima il governo Renzi, ora il governo Gentiloni, di vendere armi a paesi africani destabilizzati. L’ultima volta era successo il 4 maggio, quando sul blog delle stelle si denunciava il voto favorevole della Lega Nord e del PD alla vendita di armi al Gabon e al Mozambico, scrivendo: “fino a che l’Occidente alimenterà il mercato della morte (armi) verso i paesi africani, si getteranno le basi per guerre, miseria e migrazioni di massa”.
L’incipit del post della Ferrara riecheggia le bordate salviniane contro il sistema di accoglienza. Il resto delle proposte ricorda invece l’”aiutiamoli a casa loro” con cui Matteo Renzi, nel suo libro “Avanti” (Feltrinelli) fresco di stampa, ha creato scompiglio (ancora una volta) nella sinistra. Il lunghissimo quesito finale sottoposto alla votazione degli iscritti è il seguente:
Sei favorevole a vie legali e sicure di accesso all’Europa, attraverso la valutazione dell’ammissibilità delle domande di protezione internazionale nelle ambasciate e nei consolati nei Paesi di origine o di transito o nelle delegazioni dell’Ue presso i Paesi terzi, con il supporto delle Agenzie europee preposte?
La proposta sarebbe dunque quella di creare vie di accesso legali in Europa per sottrarre alle cooperative corrotte (e alle ong?) il business dell’accoglienza. A presentarla in un video apparso sul blog questo giovedì è il professore di diritto civile all’Università di Urbino Paolo Morozzo Della Rocca, fedelissimo della prima ora della Comunità di Sant’Egidio, per cui cura il Progetto corridoi umanitari, assiduo frequentatore della sede trasteverina.
Ci si può chiedere se il giurista sia intervenuto a nome della Comunità o per conto proprio sul blog grillino. Tutto sommato si tratta di un format che i 5 stelle hanno usato più volte: intervistare un esperto, in questo caso di immigrazione, per dare il via a un dibattito sul web tra gli iscritti. Di certo però il post che introduce l’intervento di Morozzo Della Rocca, che attacca il Partito Democratico per aver “voluto l’operazione Triton che prevede l’apertura dei soli porti italiani a tutti i barconi”, è ben lontano dalla sensibilità (e dalle simpatie politiche) di Sant’Egidio.
Il cuore dell’intervento del professore è invece in perfetta sintonia con le considerazioni che il fondatore e presidente della Comunità Andrea Riccardi ha rilasciato a Formiche.net circa una settimana fa, per cui la priorità resta “un maggiore coinvolgimento della politica africana” e l’apertura di “corridoi sicuri”, l’istituzione di uno “ius culturae” prima ancora di uno “ius soli”. Così anche Morozzo Della Rocca suggerisce che, accanto al requisito del diritto di asilo, si aggiunga quello di “un’adesione alla cultura italiana e un apprendimento della lingua”. In questo modo, continua il professore di Sant’Egidio, “riusciremmo a mettere in fila, togliendoli alle grinfie dei trafficanti, un’ulteriore parte di coloro che oggi si affidano alle carrette del mare incoraggiandoli, però, a farsi ben riconoscere e stimare prima che arrivino da noi ed evitando che la loro accoglienza sia un onere di non facile adempimento per lo Stato”.
Ma soprattutto il professore mette a nudo sul blog dei pentastellati le clamorose lacune giuridiche del Regolamento di Dublino III, che “è proprio come una gabbia, ma smetterebbe di esserlo se i richiedenti asilo potessero fare domanda di visto per asilo nei consolati dei Paesi di loro preferenza dove loro vorrebbero andare”. Le disposizioni di Dublino, per cui un migrante non può spostarsi dal paese di prima accoglienza senza un nuovo permesso di soggiorno, che giunge solo dopo 5 anni di soggiorno con un lavoro regolare, lascerebbero a suo dire il destino degli immigrati in mano ai trafficanti. Così, spiega il giurista, “un eritreo che ha fratelli o cugini in Olanda, se potesse andrebbe in Olanda, ma invece arriverà in Sicilia”. E anche se gli venisse riconosciuto lo status di rifugiato, “lui che parla bene l’inglese e ha già un lavoro che l’aspetterebbe in Olanda, perché il fratello glielo ha procurato, dovrà però rimanere in Italia per almeno 5 anni”.
Prima che gli iscritti diano il loro voto di indirizzo politico, seguiranno, assicura Laura Ferrara nel suo post, altre interviste di approfondimento con esperti. Qualcuno, leggendo i toni di ferro del post dell’eurodeputata, può aver pensato all’inizio di prove tecniche per tastare la sintonia fra l’elettorato grillino e quello leghista sull’immigrazione, in vista delle prossime politiche.
Un’ipotesi continuamente smentita nelle ultime settimane dai leader del M5S. E che comunque non sta in piedi ad una lettura più attenta delle proposte dell’eurodeputata. I grillini propongono i corridoi umanitari, la Lega la chiusura dei porti senza se e senza ma. Gli uni chiedono di rispettare “i Trattati europei che prevedono la solidarietà fra gli Stati membri”, gli altri vogliono uscirne definitivamente. Difficile allora che Matteo Salvini abbia cambiato la sua opinione sui grillini: “sull’immigrazione”, diceva a maggio a Lucia Annunziata a “In Mezz’ora”, “il M5S è più a sinistra del Pd”.