Benvenuti al supermarket politico su Telecom dove tutto è lecito: proporre idee, lanciare proclami, scrivere risoluzioni, parlottare di nazionalizzazioni, candidare la Cassa depositi e prestiti ad acquistare la rete fissa di Tim, sempre più controllata da Vivendi come ha ammesso lo stesso colosso francese che per la prima volta ha dichiarato “l’inizio dell’attività di direzione e coordinamento” su Tim.
Benvenuti dunque al supermarket politico sull’ex monopolista. Così il giorno dopo il progetto di Tim per scorporare la rete fissa in una newco da quotare poi a Piazza Affari e far entrare magari anche Open Fiber (la società di Enel e Cdp per la banda larga), svelato dal Sole 24 Ore, l’ex premier Matteo Renzi ha una idea: auspica un “ragionamento attorno a Cassa depositi e prestiti sulla rete, perché la rete è un asset fondamentale per il futuro del Paese”, dice il segretario del Pd al quotidiano La Stampa.
Cosa pensa Cdp? E Renzi si è consultato con il Tesoro che è azionista di controllo di Cassa depositi e prestiti? O va a ruota libera pur di far parlare di sé e del suo libro? O vuole incalzare, ovvero mettere in difficoltà, il ministro Pier Carlo Padoan se non il premier Paolo Gentiloni?
Di certo il nuovo corso di Vivendi, socio forte di Tim, punta ad avere un rapporto più disteso con l’esecutivo dopo il siluramento di Flavio Cattaneo da Tim, la nomina del direttore operativo Amos Genish, le competenze di Giuseppe Recchi sulla società dei cavi Sparkle e soprattutto le parole dell’ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, sul dialogo possibile con il governo anche sulla rete.
Così tra risoluzioni parlamentari progettate e poi accantonate (qui le indiscrezioni di Formiche.net sulla iniziativa del senatore dem Massimo Mucchetti), audizioni finanche della commissione parlamentare di vigilanza sulla Cdp e idee di Renzi, il quadro è talmente confuso che – come bisbiglia un addetto ai lavori – tutto sarà rimandato all’autunno, ora è tempo di chiacchiere estive.