Gaetano Armao è l’indignato. Una decina di giorni fa, il docente di diritto amministrativo ed ex assessore regionale della Sicilia (nella foto) ha incontrato Silvio Berlusconi ad Arcore. E gli ha presentato il suo programma per le regionali siciliane del prossimo 5 novembre. Da tempo, Armao gira l’isola con la sua lista, l’Unione dei siciliani indignati, che si fonda sull’autogoverno. Raccoglie consensi e punta a formare una classe dirigente in grado di governare la Regione. In un primo momento, doveva essere in campo da indipendente. Il summit di Arcore, però, pare aver cambiato le cose. Grazie a una serie di dossier e a proposte concrete per il futuro della Sicilia, Armao sembra aver superato l’ex deputato di An, Nello Musumeci, nelle preferenze di Berlusconi per la candidatura alle regionali col centrodestra. Non più solo indignato. Ma papabile uomo di Forza Italia per sfidare il governatore in carica, Rosario Crocetta, il M5s e il Pd nella competizione elettorale che anticiperà le politiche. Secondo il Corriere della Sera di oggi, Berlusconi avrebbe detto: “Per me la persona giusta è Gaetano Armao. Lui è in sintonia con la Sicilia”. E si fa strada nelle ultime ore l’ipotesi di un ticket Musumeci-Armao. Ecco tutti i dettagli sulla strategia berlusconiana.
DA LONDRA AGLI USA
L’eventuale candidatura a presidente della Regione Sicilia rappresenterebbe il punto più alto della carriera politica di Armao. Dal punto di vista professionale, invece, il docente universitario ha un curriculum ricco di master, specializzazioni e riconoscimenti. La sua biografia, sul sito ufficiale, è scritta prima in inglese e poi in italiano, ed è introdotta da una citazione di Luigi Sturzo. Nato a Palermo nel 1962, la prima data cruciale, nella vita accademica di Armao, è il 1988, quando consegue l’abilitazione all’esercizio della professione di procuratore legale alla Corte d’Appello di Palermo. Cinque anni dopo prende un aereo per l’Inghilterra, dove svolge un periodo di ricerca alla London school of economics and political science-Law department e all’Institute of advanced legal studies-university of London. Altro aereo, altri studi, questa volta alla Harward law school di Boston, negli Stati Uniti. E’ il 1998, e già da un paio d’anni Armao è docente di diritto amministrativo nella facoltà di scienze politiche nelle Università di Palermo ed Enna.
CORRIDOI ROMANI
Armao s’avvicina al mondo della politica nel 2001, quando viene nominato consigliere giuridico dal governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, eletto con l’Udc. Dal dicembre del 2001 sino al 2002, il docente siciliano svolge lo stesso compito di consigliere giuridico anche per il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, esponente di Forza Italia. Il nome e il curriculum di Armao iniziano a girare nei corridoi romani. Il primo incarico nella capitale è datato 2002. Il ministro per gli Affari regionali del secondo governo Berlusconi, Enrico La Loggia, s’avvale della consulenza di Armao sempre in qualità di esperto giuridico. Dopo essere stato nominato consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa per il settore degli appalti, nel 2005 assume la carica di coordinatore della Struttura centrale di supporto all’organo di missione della presidenza del Consiglio dei ministri Pari opportunità delle Regioni d’Europa (Pore).
LA QUERELLE CON L’ESPRESSO
Nel 2009, dopo anni trascorsi nei palazzi della politica come consulente e consigliere, arriva il primo incarico amministrativo. Di una certa rilevanza. Armao viene nominato assessore ai Beni culturali e, successivamente, responsabile del Bilancio della Regione Sicilia dall’allora governatore, Raffaele Lombardo, leader del Movimento per le autonomie (Mpa). “La digitalizzazione e la riforma della Pubblica amministrazione saranno le scommesse che vinceremo entro il prossimo anno”, disse Armao a BlogSicilia fissando gli obiettivi del suo mandato da assessore. Durante l’incarico nella giunta Lombardo, Armao è stato protagonista di una lunga querelle con l’Espresso, in particolare col giornalista siciliano Lirio Abbate. Il quale, in un pezzo pubblicato nel 2012, aveva attaccato Armao per un presunto uso improprio dell’auto blu. Il caso era arrivato in tribunale. Nel 2013, Armao, che aveva lasciato il suo posto in giunta dopo l’avvicendamento tra Lombardo e Crocetta, era stato assolto, e l’inchiesta per peculato d’uso, come aveva riportato all’ epoca il Giornale di Sicilia, era stata archiviata.
DALLE PRIMARIE AD ARCORE
Dopo l’esperienza nell’esecutivo regionale della Sicilia, Armao ha ripreso la sua attività di docente universitario, senza però abbandonare la politica. Nel 2015, l’ex assessore s’è messo in proprio. E ha fondato il movimento Sicilia nazione, un soggetto autonomista che, nel simbolo, riportava la scritta Trinacria, antico nome della Sicilia. La nuova sigla aveva un obiettivo ben preciso: destituire Crocetta, “perché nella storia della Sicilia non c’è mai stato un presidente così antiautonomista”. Pur mantenendo un profilo civico e tecnico, Armao, lo scorso gennaio, è stato il primo esponente a candidarsi per le regionali in quota centrodestra col Movimento nazionale siciliano, un contenitore che raccoglie autonomisti, indipendentisti, sicilianisti e movimenti civici. In aprile, il commissario siciliano di Forza Italia e plenipotenziario di Berlusconi nell’isola, Gianfranco Micciché, aveva aperto alle primarie del centrodestra, cui avrebbero dovuto partecipare lo stesso Armao, Musumeci e l’esponente di Noi con Salvini, Angelo Attaguile. Berlusconi, però, sul più bello aveva bloccato tutto in favore di una candidatura unica e unitaria. Candidatura che, in un primo momento, pareva orientata su Musumeci. Le cose, però, si sono complicate dopo il veto dell’ex An su Angelino Alfano e su Alternativa popolare, corteggiati sia da Forza Italia, sia dal Pd. Così, dopo l’incontro di Arcore, le quotazioni di Armao, che nel frattempo s’è messo a capo dei Siciliani indignati, sembrano essere salite. Sarà lui il prescelto di Berlusconi?