La doccia gelata è arrivata stamattina: il Tribunale di Palermo ha sospeso le Regionarie del M5S. Lo ha fatto accogliendo in via cautelativa il ricorso presentato dall’attivista Mauro Giulivi, escluso dalla competizione online per la designazione del candidato governatore, poi vinta da Giancarlo Cancelleri.
Il Movimento 5 Stelle, in una nota pubblicata sul blog di Beppe Grillo, ha assicurato che il partito sarà comunque in lizza alle prossime Regionali, “e lo farà seguendo le decisioni che verranno prese dal Tribunale”. Ciò malgrado, nell’isola la situazione è caotica e il clima è teso.
GIULIVI, DISSIDENTE DELL’ALA DI NUTI
Ma chi è Mauro Giulivi? È un esponente dell’ala dissidente dei grillini siciliani, che fa capo a Riccardo Nuti, uno dei “big” palermitani travolto dall’inchiesta sulle firme false delle amministrative 2012 e poi sospeso dal Movimento. Giulivi è uno dei voti storici de “Il Grillo di Palermo”, uno dei meetup siciliani. Compagno della parlamentare del M5S Chiara Di Benedetto, era stato in lista alle regionali di cinque anni fa, risultando il più votato nel collegio di Palermo, ma non venendo eletto.
Ha fatto parlare di sé a fine 2016, quando è esploso il caso delle firme false di Palermo. Si è scoperto che gli attivisti, pur di non invalidare le liste che contenevano un errore, avevano ricopiato le firme su nuovi moduli. La vicenda ha portato a 14 rinvii a giudizio: alla sbarra è finito anche Nuti, che è stato sospeso “in via cautelativa” dai probiviri del M5S, non senza polemiche.
L’ESCLUSIONE DALLE COMUNARIE DI PALERMO
Gli strascichi di quella polemica hanno avvelenato anche la campagna elettorale per le comunali di Palermo. La fronda di Nuti, di cui faceva parte Giulivi, alle primarie è uscita sconfitta dagli “ortodossi” capeggiati da Ugo Forello. Poi il responso delle urne è stato impietoso, e il M5S è stato travolto da Leoluca Orlando.
Ma prima della compilazione delle liste, Giulivi era stato escluso dalle Comunarie perché si era rifiutato di firmare il codice etico – in realtà un contratto – sottoposto a molti candidati del M5S. “Mi hanno dato un preavviso di due ore e 30 minuti per firmare un documento mai letto prima”. Giulivi motivò così la sua scelta, che gli costò un provvedimento disciplinare.
FUORI ANCHE DALLE REGIONARIE
Il dissidente ha dovuto incassare un altro stop, la scorsa estate, quando ha avanzato la sua candidatura alle Regionarie. Il motivo era sempre il provvedimento disciplinare in corso, che per le regole del M5S costituisce motivo di esclusione. Per tutta risposta, Giulivi ha impugnato in Tribunale la sanzione.
Ora il giudice di Palermo, almeno in via cautelativa, gli ha dato ragione accogliendo cautelativamente il ricorso: “Non risulta che l’adesione (al codice etico, ndr) dovesse intervenire prima della candidatura proposta online, e al contrario risulta che nelle precedenti comunarie l’adesione è stata richiesta solo all’esito delle primarie”. In ogni caso, la decisione del Tribunale al momento è solo interlocutoria. Per capire gli sviluppi futuri bisognerà attendere il 18 settembre, il termine concesso ai candidati classificati in posizione utile per entrare in lista alle Regionarie di integrare la documentazione.
L’AVVOCATO DEI DISSIDENTI
Al di là dell’aspetto giudiziario, sul fronte politico la grana è tutta da risolvere. Una vera e propria tegola, per il M5S, tanto più che Giulivi è seguito dagli avvocati Riccardo Gentile e Lorenzo Borrè. Quest’ultimo aveva tutelato un’altra dissidente grillina, Marika Cassimatis, vincitrice delle primarie di Genova e poi estromessa da Beppe Grillo in persona. Si è visto poi come è andata a finire.