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Marco Carrai (che lancia cyber sassolini sul caso Occhionero) visto da Pizzi. Le foto

Marco Carrai
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Marco Carrai
Leonardo Bellodi, Marco Carrai
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Leonardo Bellodi e Marco Carrai
Marco Carrai
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Marco Carrai
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Marco Carrai e Maurizio Molinari
Marco Carrai
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Marco Carrai
Aldo Cazzullo e Marco Carrai
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Marco Carrai
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Marco Carrai
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Marco Carrai
Paolo Gentiloni e Marco Carrai
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Paolo Gentiloni e Marco Carrai
Paolo Gentiloni e Marco Carrai
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Paolo Gentiloni e Marco Carrai
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Marco Carrai
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Marco Carrai
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Marco Carrai
Paolo Gentiloni, Marco Carrai e Maurizio Molinari
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Paolo Gentiloni, Maurizio Molinari e Marco Carrai
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Marco Carrai
Marco Carrai, Alessandro Ruben
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Marco Carrai
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Marco Carrai
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Marco Carrai
Leonardo Bellodi, Marco Carrai
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Leonardo Bellodi e Marco Carrai
Leonardo Bellodi, Marco Carrai
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Leonardo Bellodi e Marco Carrai
Marco Carrai
Leonardo Bellodi, Marco Carrai
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Aldo Cazzullo e Marco Carrai
Paolo Gentiloni e Marco Carrai
Paolo Gentiloni e Marco Carrai
Paolo Gentiloni, Marco Carrai e Maurizio Molinari
Marco Carrai, Alessandro Ruben
Leonardo Bellodi, Marco Carrai
Leonardo Bellodi, Marco Carrai

All’indomani dell’arresto dei fratelli Occhionero per aver spiato (o tentato di spiare, ancora non è chiaro del tutto) le mail di alte cariche dello Stato, Marco Carrai, manager e imprenditore esperto nella sicurezza dei dati e vicinissimo all’ex premier Matteo Renzi, ha elogiato il lavoro del Dipartimento informativo della Sicurezza (Dis) e della Polizia Postale, messo in guardia dinanzi ai pericoli della Rete e invocato lo Stato a garanzia delle privacy dei cittadini grazie a un maggior coordinamento sul tema a livello istituzionale e governativo.

“Sul versante dell’intelligence vigila ottimamente il Dipartimento Informativo della Sicurezza (Dis). E la Polizia postale agisce sul terreno della repressione, con ottimi risultati come abbiamo visto anche in questo caso. Ma ciò non toglie che sia necessario un coordinamento più serrato e un soggetto che faccia prevenzione e sviluppo tecnologico”, ha commentato Carrai intervistato dal quotidiano La Stampa diretto da Maurizio Molinari sulla vicenda dei fratelli Occhionero.

All’elogio del lavoro svolto dalla Polizia Postale Carrai aggiunge i timori: “La struttura segreta scoperta dalla polizia postale a Roma oltre a essere la conferma della qualità delle nostre forze dell’ordine nello scoprire reati di questo tipo, impone ancora una volta una seria riflessione su come le nostre vite e la nostra privacy non siano al sicuro”, ha scritto in un post pubblicato sull’Huffington Post.

“Da soli non ci salviamo – ha sottolineato il manager nel suo post – , ci vuole lo Stato che prenda in mano la nostra sicurezza con educazione alla prevenzione e con tecnologia seria. Come mai deleghiamo la nostra riservatezza a iCloud e non allo Stato? Infatti chi trova la password del nostro iCloud trova la nostra vita. È una domanda alla quale francamente non trovo risposta”.

(c) Umberto Pizzi. Riproduzione riservata

 

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