Ieri è iniziato a Davos, in Svizzera, l’annuale appuntamento del World Economic Forum, che richiama politici, imprenditori, economisti, protagonisti del tech e del giornalismo su scala globale. Quest’anno il tema del meeting, che terminerà il 20 gennaio, è “Responsive and responsible leadership”. Le principali aree di confronto e discussione sono rafforzamento della crescita, inclusione e sviluppo, revisione di alcuni aspetti del capitalismo e capacità di abbracciare la quarta rivoluzione industriale.
Tra i protagonisti più attesi figurano il presidente cinese Xi Jinping, data l’eccezionalità della visita, e Theresa May, dato l’arduo compito di guidare il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Non mancheranno, poi, personalità del mondo dell’economia e dell’accademica come Rogoff, Roubini e Stiglitz.
Ma all’evento parteciperanno anche personaggi non strettamente legati al settore. Al Gore, Bill Gates ma anche Matt Damon, nei panni di co.founder di Water.org, e il direttore del Wwf Marco Lambertini, Jack Ma di Alibaba, Mary Barra di General Motors e la cantante Shakira, che è anche ambasciatrice di buona volontà per l’Unicef.
Di recente, un rapporto del World Economic Forum ha dichiarato che l’Italia è tra gli ultimi paesi avanzati per la “crescita inclusiva”, cioè capace di ridurre le disparità di reddito e favorire l’inclusione sociale. Il Bel Paese, infatti, si è piazzato solo al 27esimo posto in un elenco che conta 30 paesi. Tra le ultime postazioni figurano anche il Regno Unito (21esimo), gli Usa (23esimi) e il Giappone (24esimo). Al primo posto svetta la Norvegia, davanti a Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Danimarca e Svezia.
(Foto di Boris Baldinger e Manuel Lopez, Imagoeconomica)