L’attenzione dell’opinione pubblica sul Pd è inversamente proporzionale allo spazio che i media tradizionali gli dedicano. Per spiegare che Veltroni il referendum ma non lo firma e che Bersani vorrebbe tanto candidarsi alle primarie ma disorienterebbe gli elettori, forse servono tante pagine dei quotidiani tradizionali. Forse però vale la pena raccontare di un’altra iniziativa che, non a caso, trova pochissima eco sui giornali. Daniele Capezzone non sarà il Sarkozy italiano che tutti invocano ma ha poco più di trent’anni, è stato segretario di un partito importante come quello dei Radicali (bravo Pannella!), presiede con ammirazione pressoché unanime la commissione parlamentare sulle Attività produttive. La scorsa settimana ha lanciato un network: decidere.net. E’ chiaro che agli appassionati di politica politichese l’idea di un network suonerà assai strana e forse incomprensibile. Per decenni siamo stati abituati ai grandi partiti di massa, quindi – più recentemente – a piccoli e medi movimenti politici basati sulla figura del leader. Ci sono stati anche casi (infelici) di one-man-party. Ma il network, questo proprio mancava. E infatti se ne parla poco.
E’ un po’ meno di un partito, è molto più di un think thank. Vuole essere una rete. Già, esattamente come il web: un’iniziativa rivolta soprattutto, ma non solo, alla Google generation. Quello che conta sono i contenuti e i collegamenti. E Capezzone vuole dimostrare di poter contare sugli uni e sugli altri.
Partiamo dalle proposte. L’ex segretario radicale non si è voluto limitare a tre o cinque proposte bandiera. Ha articolato il programma in ben tredici punti: dallo statuto dei lavori all’abolizione del valore legale del titolo di studio. La priorità però resta quella del fisco. Capezzone non si accontenta di un generico “meno tasse per tutti” ma prova ad essere più chiaro e più ambizioso. Propone di tassare tutti i contribuenti con un’aliquota unica del 20%. Una vera e propria rivoluzione fiscale che potrebbe pagarsi con una riduzione della spesa pubblica dello 0,4% del Pil ogni anno per cinque anni. Un piccolo sforzo per un grande risultato. Può anche essere che il Volenteroso Capezzone abbia sbagliato nel fare i conti, ma perché non discuterne? Sull’iniziativa di decidere.net è calato il silenzio dei grandi direttori che fanno opinione e che cercano di dettare l’agenda politica del Paese. In realtà, mentre questi si sforzano di rendere indigeribile il progetto del Pd, Capezzone cavalca il web e i blog. Un po’ solitario, forse velleitario. Intanto, con coraggio ci prova. E in una politica in cui si spiega che si sostiene il referendum ma non lo si vota, non è poco. In poche ore ha raccolto mille adesioni e a settembre promette una ‘marcia liberale’. Meglio le primarie (vere) delle idee che quelle (finte) per la leadership del Pd. O no?
Epolis, 10 luglio del 2007