Alla luce delle polemiche scoppiate in merito alla Conferenza sui cambiamenti climatici, fortemente voluta e organizzata dal Ministro Pecoraro Scanio che ha profuso nell’evento non solo sforzi ma anche ingenti risorse pubbliche per una cifra che si aggira attorno al milione di euro, quello che ci va di sottolineare non è tanto il comportamento del Ministro che, in fondo, da buon napoletano ha organizzato una vera e propria conferenza delle bufale, ma piuttosto l’atteggiamento dei media italiani. Dall’apertura alla chiusura della convention è stato tutto un susseguirsi di allarmi catastrofisti lanciati dai tiggì e dalle prime pagine di tutte le maggiori testate nazionali. Ci hanno terrorizzati con predizioni apocalittiche che avrebbero fatto sorridere persino Nostradamus; sciagure climatiche, catastrofi legate alla siccità ormai alle porte, terremoti e maremoti di ogni genere con conseguente morte di migliaia di persone. Poi scopriamo, come anticipato brillantemente dal professor Guido Visconti dell’Università dell’Aquila che lo ha scritto due giorni fa proprio qui su Formiche.net, che in realtà alla maxi kermesse di Pecoraro Scanio sono stati invitati tutti tranne gli esperti del settore, ossia gli scienziati del clima e che, conseguentemente, tutto quello che ci hanno propinato non è stato altro che una bufala spacciata come verità. Sorprende l’atteggiamento dei giornalisti italiani che si sono abbeverati alle fonti ministeriali senza interrogarsi minimamente sulla bontà dei dati e sulla reale competenza dei relatori. Forse, il vero scandalo di tutta la vicenda sta proprio nell’atteggiamento dei nostri media e questo è ancora più preoccupante delle tante veline sul clima a firma cassandra
Il clima, i media e la bufala napoletana
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