Dobbiamo dire che Bersani ci piace, perché un ministro che cita Federico Fellini e dopo pochi minuti il mito di Mandrake per parlare di Mr Prezzi non può che ispirare simpatia! Tra l’altro ha anche ragione, quando dichiara che si augura di non trovarsi davanti un’orchestra felliniana nel momento in cui lo “spartito” finanziaria arriverà in Parlamento. In realtà, anche lo spartito in questo caso è tipicamente felliniano, così come felliniane sono le reazioni della sinistra radicale (e in questo caso leggasi “circensi” come sinonimo dell’arte del grande maestro del cinema italiano). Il punto semmai è un altro: la confusione dell’orchestra di Fellini, alle prese con prove difficilissime e un direttore tedesco molto autoritario, si risolve con l’intervento improvviso di una sfera d’acciaio che sbriciola il muro della sala e riconduce tutto all’ordine. Tremiamo al pensiero di quale possa essere nel caso del Governo questa mostruosa e risolutiva palla d’acciaio, anche se ormai sono finiti da quel dì i tempi della “dolce vita”.
Bersani tra Fellini e Mandrake
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