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Draghi sprona i ‘bamboccioni’

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In una lezione all’università di Torino il Governatore della Banca d’Italia sprona tutti i ‘bamboccioni’ d’Italia, promuovendo flessibilità e creatività come strumenti fondanti per lavorare bene e meglio. Certo, la nota dolente arriva sul fronte dei salari che da noi sono i più bassi d’Europa e questo penalizza soprattutto i giovani, che ricevono stipendi inferiori ai coetanei francesi del 25%, inferiori agli inglesi del 20% e inferiori ai tedeschi del 10%. Siamo messi davvero maluccio, insomma, e se pensiamo che secondo il nuovo pacchetto welfare le pensioni di questi ‘bamboccioni’ non saranno nemmeno pari al 60% del loro ultimo stipendio, si aprono davanti ai giovani le strade dell’accattonaggio. Eppure le soluzioni ci sono e si potrebbero attuare, a cominciare dalla contrattazione nazionale che potrebbe diventare aziendale (elementare principio meritocratico da noi sconosciuto) e poi, pensiamo a quello che ha fatto Sarkozy in Francia, un principio elementare: “chi lavora di più, guadagna di più, ergo, chi va in pensione più tardi guadagnerà di più”. Questa non è fantaeconomia e Draghi lo sa bene. Basterebbe un Gov. solido e in grado di pendere decisioni coraggiose, ma al momento il nostro esecutivo sembra galleggiare nel vuoto come gli astronauti durante un viaggio satellitare.


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