“L’Italia nel guado”. Basterebbe sostituire una consonante nel titolo e, comunque, non si modificherebbe il significato pesantissimo dei due studi tedeschi che condannano l’Italia. Due fondazioni, la Konrad Adenauer Stiftung presieduta dal cancelliere Angela Merkel e la Friedrich Ebert Stiftung con a capo Kurt Beck dell’Spd, arrivano alle medesime conclusioni sul nostro paese. Gli studi delle due fondazioni si intitolano proprio: “L’Italia nel guado” – quello della Cdu – e: “L’Italia tra Berlusconi e Prodi: svolta o stagnazione?”, quella dei socialdemocratici. I tedeschi (e non solo loro) non comprendono cosa sta avvenendo sulla scena politica italiana. Ci definiscono un paese confuso, un paese “malato”, ma ancora lungi dal prendere le doverose medicine. La Grosse Koalition funziona, dunque, perfettamente anche per quel che riguarda l’impietoso – quanto corretto – giudizio nei nostri confronti. L’osservatorio della Cdu fa notare come “sotto l’attuale governo Prodi l’Italia sembra tornare a una cronica instabilità, verso una sempre latente crisi di governo”. Da notare come l’espressione “crisi di governo” sia l’unico virgolettato in italiano di tutto il testo in lingua tedesca. Una sorta di prodotto d.o.c. della politica nostrana, la solita e perenne “crisi di governo”. La ricetta indicata dalle due fondazioni è apparentemente semplice e largamente conosciuta; a fronte dei gravi problemi economici e sociali, il nostro paese “avrebbe bisogno di un governo forte e di una opposizione responsabile. In Italia al momento entrambi non ci sono. A una coalizione eterogenea e molto frazionata fa riscontro un’opposizione che punta a una rapida caduta del governo”. La chiusura della ricerca dell’Spd cade poi come una mannaia per la sinistra nostrana, essendo convinti i socialdemocratici germanici che “sarebbe un miracolo politico se il governo di centrosinistra riuscisse ad avviare quella offensiva della modernizzazione di cui l’Italia ha urgentemente bisogno”.
Parole che non lasciano spazio ad interpretazioni; una condanna dura e senza alcuna via di scampo che riguarda l’intero arco partitico italiano. Con amarezza siamo costretti ad annotare anche questo “vaffen”, chiedendoci quando i nostri “eroi” si decideranno a seguire la strada che ormai ci indicano persino da oltralpe.